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Dal 5 marzo al 15 giugno, quasi quattro mesi, ossia 103 giorni lontani dal palcoscenico. E si sa, per un saltimbanco il teatro è vita, passione, missione. È proprio dalla necessità di tornare in scena per incontrare di nuovo il suo pubblico che la compagnia Cada die Teatro ha deciso, nonostante le tante difficoltà, vincoli e prescrizioni imposte dal Covid 19, di confermare per la ventunesima volta il Festival dei Tacchi, la rassegna estiva che a Jerzu farà incontrare, come da tradizione ormai consolidata, artisti, teatro, musica, letteratura e natura.
«Il virus ci ha mandato la lettera di sfratto dai nostri palcoscenici, ma noi torniamo, dobbiamo tornare – dice il direttore artistico Giancarlo Biffi. Il nostro è un dovere, un obbligo morale. Senza incontro non c’è teatro, senza lo spettatore non c’è teatro. Benissimo le iniziative on line durante la quarantena, ma ora basta. Quello non è teatro».
Gli ha fatto eco Graziano Milia, responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne per la Fondazione di Sardegna: «Mi è stato chiesto in questo periodo come la Fondazione si sarebbe comportata, se avremmo tagliato i fondi vista la crisi. Non rivediamo nulla, manteniamo inalterato il nostro impegno verso gli operatori culturali e ci aspettiamo lo stesso da loro, magari con programmi rivisitati, ridotti. Per noi sarebbe un elemento assolutamente negativo vedere che la cultura in Sardegna si arrende. Qualcuno si è arreso, ma ha fatto male».
Marco Benoni, presidente di Federcultura Sardegna «È vero che è un dovere da parte degli operatori, ma va sottolineato il coraggio anche di prendersi la responsabilità di un rischio con molte incognite. Ripartendo dalle comunità, dalle attività culturali diffuse, sono convinto che questa scommessa si può vincere, consapevole che chi decide di continuare butta il cuore oltre l’ostacolo».
Dal 5 al 9 agosto, saranno gli scenari naturalistici dell’Ogliastra a fare da cornice all’intenso calendario del Festival, con il Comune di Jerzu e la Cantina sociale Antichi Poderi in prima fila per sostenere e scommettere sulla cultura in un momento molto complicato per le amministrazioni locali messe a dura prova dai tagli ai finanziamenti e dall’improvvisa e inaspettata mannaia del Corona Virus.
«Ci vuole coraggio in un momento come questo a pianificare, programmare, portare ai nastri di partenza una manifestazione di questa portata dopo i mesi tragici che tutti quanti abbiamo vissuto. Ma non abbiamo mai avuto dubbi, né remore – spiega il sindaco di Jerzu Carlo Lai, che prosegue – Non perché “The show must go on”. Purtroppo abbiamo visto che questo adagio non vale quando il dramma ti investe a piene mani. Non abbiamo mai avuto dubbi dal punto di vista teorico, ideale, ma dal punto di vista pratico era più che legittimo averne. Se avessimo atteso passivamente che lo spiraglio normativo o delle “linee guida” ci dessero certezze non saremmo stati pronti. E un evento come questo non lo si mette in piedi improvvisando. Non abbiamo atteso gli eventi. In costante contatto con i vertici di “Cada Die Teatro” e di “Antichi Poderi” ci siamo fatti trovare pronti ai nastri di partenza di un evento che vede la la partecipazione di nomi straordinari del teatro italiano e che testimoniano quanto in questo festival non ci sia nulla di improvvisato e di non scrupolosamente valutato e soppesato. Jerzu è “il Festival dei Tacchi “e “il Festival dei Tacchi” è Jerzu. La cultura è un bene comune ed essenziale come l’acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti. Jerzu è stato, è e sarà un manutentore zelante e appassionato di questo acquedotto. Jerzu crede da vent’anni nella straordinaria bellezza del teatro. Nell’emozione unica che trasmette uno spettacolo dal vivo, tanto più nello scenario meraviglioso di “Antichi Poderi”. Non ha smesso di crederci quest’anno, non smetterà mai. Perché Jerzu è cultura enologica, è cultura tout curt ma è indiscutibilmente, anche, oramai da vent’anni,cultura del teatro. È il Festival del teatro. È il Festival dei Tacchi».
E sempre nel sentiero del coraggio si pone la Cantina Sociale Antichi Poderi col presidente Marcello Usala «La nostra azienda rappresenta tutto il territorio e la nostra attività ha una valenza fondamentale dal punto di vista sociale e culturale. Ecco perché confermiamo ancora una volta il nostro impegno. Quando 21 anni fa, allora ero consigliere comunale, abbiamo iniziato questa avventura credendo fortemente nel festival, non avrei immaginato di ritrovarmi qui da Presidente della Cantina a proseguire questo viaggio».
Mentre la compagnia sta definendo i dettagli organizzativi secondo le direttive del Governo per la messa in scena degli spettacoli dal vivo, tali da assicurare a pubblico, lavoratori e artisti la massima sicurezza dal punto di vista sanitario, il cartellone, passibile di qualche modifica, prevede 13 spettacoli, 3 anteprime nazionali, presentazione di libri e laboratori.