Positivo al Covid “da quasi una settimana” e chiuso nella sua abitazione di Oberndorf, paese austriaco di 5500 anime nel Salisburghese. Fabrizio Tocco, 40enne di Serramanna, pizzaiolo, racconta l’odissea che sta vivendo: “Venerdì scorso un mio collega è risultato positivo”. Fabrizio è andato subito a fare il tampone, scoprendo di essere stato contagiato. In una forma non grave, va precisato: “Non ho avuto nessun sintomo di febbre, solo un po’ di raffreddore e impossibilità a sentire odori e sapori. Ho fatto già due vaccini, la seconda dose a giugno”, spiega, dal letto della sua abitazione, dove si trova “rinchiuso” da tanti giorni: “Nessuno, sinora, è venuto a portarmi da mangiare o a darmi una cura”. Solo oggi, dopo una lunga attesa, “il mio titolare mi sta portando del cibo”. Sempre meglio di niente, certo. Ma in una nazione, l’Austria, dove c’è stata un’impennata di contagi da Covid, la situazione generale non è allegra: “Se uno è positivo dovrebbe essere seguito, dovrebbero portargli qualche antibiotico o medicinale”, osserva Tocco. Nulla di nulla, invece: “Lunedì potrò uscire di casa solo per andare a fare un nuovo tampone”. La speranza è che sia negativo.
“Mi sento ogni giorno con gli altri tre miei colleghi positivi, siamo tutti nella stessa identica situazione. Nessuno si è presentato per aiutarci. Dicono che qui sono pieni di contagiati e che, quindi, non possono seguire tutti. Ma almeno le medicine potrebbero fornircele. Sarei dovuto partire domani per ritornare in Sardegna, in vacanza, dopo un anno e mezzo. Invece, per colpa del Covid, è saltato tutto”.