“Era una guerra giusta, ma adesso la considero una follia”: la confessione di Battisti dal carcere di Oristano

Le parole dell’ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) che ha convocato nella sua cella il pubblico ministero Nobili per fare “chiarezza” sulla stagione della lotta armata che l’ha visto protagonista

C’è un pezzo di storia degli anni più cupi d’Italia nei verbali che Cesare Battisti detta dal carcere di Oristano, dove è rinchiuso per scontare l’ergastolo dal 14 gennaio scorso, dopo la cattura in Bolivia che ha interrotto 37 anni di latitanza. È stato l’ex terrorista dei Pac (Proletari Armati Comunisti) a convocare nella sua cella il pubblico ministero Alberto Nobili, capo dell’antiterrorismo milanese, e il suo avvocato Davide Steccanella per fare “chiarezza” sulla stagione della lotta armata che l’ha visto protagonista.

In nove ore tra sabato e domenica, per la prima volta ammette “quattro omicidi, tre ferimenti e una marea di rapine per autofinanziamento” già riconosciuti dalla sentenze definitive, chiede scusa “per il dolore arrecato ai familiari delle vittime”.

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