Due arresti per gli incendi a Villamar: i presunti responsabili farebbero parte della Protezione Civile

Gli indagati sono stati ripresi dentro un veicolo proprio mentre uno dei due lanciava dal finestrino una miccia incendiaria. Il fatto ancora più grave è che secondo le indagini del Corpo Forestale i due farebbero parte della macchina antincendi regionale


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Nei giorni scorsi, il personale del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dell’Ispettorato di Cagliari, ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di due persone di Villamar, ritenute responsabili d’incendio boschivo doloso.

I due indagati, di 56 e 62 anni, farebbero entrambi parte della protezione civile di Villamar e uno dei due anche della locale Compagnia barracellare.

I FATTI. Il 21 giugno, nelle campagne di Villamar, si sono verificati due episodi d’incendio, culmine di una numerosa serie di focolai che nei giorni precedenti erano stati appiccati all’interno del territorio comunale. La tipologia e il ripetersi degli eventi avevano attivato le indagini del Corpo Forestale dirette a individuare chi aveva devastato col fuoco: campi di grano pronti alla mietitura, macchia mediterranea e altre aree del territorio. “Grazie all’intensa e capillare attività di monitoraggio nelle aree a rischio, gli indagati sono stati ripresi dentro un veicolo proprio mentre uno dei due lanciava dal finestrino una miccia incendiaria – si legge nella nota diffusa dal Corpo Forestale -. L’ordigno aveva subito generato un grave incendio, interessando circa 20 ettari di vegetazione fra cui grano e macchia mediterranea, arrivando a lambire anche le strutture di diverse aziende agricole”.

I fatti sono aggravati dalla circostanza che gli arrestati farebbero parte della macchina antincendi boschivi regionale. “Persone, che avrebbero dovuto generosamente lottare per contrastare il fenomeno degli incendi, hanno invece utilizzato il loro ruolo per tentare di agire indisturbate distruggendo vegetazione, colture, mettendo in serio pericolo la pubblica incolumità nel territorio – continua la nota.

“Il movente è complesso – spiegano – si può rinvenire in connessione al perseguimento d’ingiusti benefici legati alle attività di protezione civile e di barracellato”. La misura cautelare, firmata dal GIP Roberto Cau, del Tribunale di Cagliari, analizza le motivazioni, le indagini e i moventi che hanno portato i due a innescare l’incendio doloso di cui sono accusati. Gli arrestati rischiano ora una condanna fino ai dieci anni di reclusione.

L’APPELLO DEL CORPO FORESTALE. “E’ incessante l’attività investigativa, dei Nuclei e delle Stazioni del Corpo Forestale, anche su altri episodi d’incendio che si stanno verificando nella provincia del Sud Sardegna e nell’Area Metropolitana di Cagliari. La polizia ambientale è, infatti, indispensabile per interrompere i delitti d’incendio riducendo il numero dei roghi.

Resta imprescindibile l’attività di spegnimento che si avvale del fondamentale e apprezzato contributo delle Associazioni di protezione civile e delle Compagnie barracellari. Questo grave episodio non può dunque macchiare l’operato di tante persone che offrono la propria esperienza e il proprio tempo per proteggere il territorio e la popolazione, anche a rischio della propria incolumità.

Il Corpo Forestale invita la popolazione a segnalare al numero verde di pronto intervento 1515, del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, sia l’avvistamento degli incendi che qualsiasi notizia utile a individuarne i responsabili”.


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