Domani a Villacidro la penultima giornata del Premio Dessì

Tre libri al centro di altrettanti incontri

Imbocca il rettilineo finale la ventottesima edizione del Premio “Giuseppe Dessì”, in corso da martedì a Villacidro, la cittadina a cinquanta chilometri da Cagliari in cui lo scrittore visse gli anni dell’adolescenza e della prima formazione, e che poi fu fonte d’ispirazione per tante sue opere, su tutte “Paese d’ombre”, il suo romanzo più conosciuto (premio Strega nel 1972).

Domenica (22 settembre), alle 18, la cerimonia di premiazione svelerà chi fra i tre finalisti della sezione Narrativa – Giuseppe Lupo con “Viaggiatori di nuvole” (edito da Marsilio), Fabio Stassi con “L’ultimo ballo di Charlot” (Sellerio) e Gian Mario Villalta con “Alla fine di un’infanzia felice” (Mondadori), e i tre della sezione Poesia – Gian Piero Bona con “Serenate per l’angelo” (Passigli), Claudio Damiani con “Il fico sulla fortezza” (Fazi Editore) e Enrico Testa con “Ablativo” (Einaudi) -, aggiungerà il proprio nome al prestigioso albo d’oro del concorso. Nella stessa serata, che sarà condotta dalla giornalista televisiva Natascha Lusenti, saranno consegnati anche il premio speciale della giuria al giornalista e critico d’arte Philippe Daverio e quello della Fondazione Dessì all’artista Pinuccio Sciola. Poche ore prima, in mattinata, finalisti e vincitori dei premi speciali sono attesi – alle 10.30 al Mulino Cadoni – da “Quelli che il premio”, il consueto appuntamento che precede le premiazioni, per condividere con il pubblico e con i giornalisti Teresa Piredda, Gianni Zanata e Carlo Manca, emozioni e speranze in attesa del “momento della verità”.

Domani (sabato 21), intanto, il premio Dessì si accinge a vivere un’altra giornata ricca di appuntamenti. Di mattina, alle 11 al Mulino Cadoni, si tiene la presentazione del volume “Giuseppe Dessì. Nell’ombra che la lucerna proiettava sul muro”, un’opera che raccoglie i testi di Dessì destinati al cinema e alla televisione: soggetti e sceneggiature preparatorie, stesure iniziali o intermedie non meno interessanti di quelle “finite”, perché mettono continuamente in comunicazione l’universo letterario dell’autore di “Paese d’ombre” con quello cinematografico che si stava formando, passo dopo passo, sulla pagina scritta. Pubblicato due anni fa dalla Cuec per iniziativa della Fondazione Dessì, l’opera viene presentata dal curatore Gianni Olla insieme all’editore Mario Argiolas, alla studiosa dell’opera dessiana Monica Graceffa e al presidente della Fondazione Dessì Giuseppe Marras.

Alle 17 spazio a “Nonnu, giogaus impari!”, una commedia in lingua sarda a cura degli alunni della Terza A del Circolo didattico “Giuseppe Dessì” di Villacidro, in scena nei locali scolastici.

Doppio appuntamento al “Salotto d’autore” allestito in piazza Zampillo: ospite di quello in programma alle 18, organizzato con la collaborazione di Lìberos, Marta Pastorino. La scrittrice genovese (classe 1978), ma torinese d’adozione, presenta – con la partecipazione di Francesca Casula – il suo romanzo d’esordio, “Il primo gesto”, pubblicato quest’inverno da Mondadori.

Spazio poi a Fulvio Ervas e al suo libro “Se ti abbraccio non aver paura”. Edito l’anno scorso da Marcos y Marcos, il libro racconta la storia vera di Franco Antonello, di suo figlio Andrea, un ragazzo autistico, e di un loro viaggio in America: un viaggio lungo tre mesi e 40 mila chilometri, da Miami al Messico fino al Brasile, in moto, in macchina, in aereo, pieno di incontri ed esperienze, alla ricerca di tutta la pienezza e la bellezza che la vita può offrire in barba all’autismo. Partecipa all’incontro con lo scrittore veneto, con inizio alle 19, Paolo Lisci.

Finale di serata nel segno della poesia: alle 21.30 nella palestra di via Stazione, tiene banco la poetessa e drammaturga Mariangela Gualtieri con “Bestia di gioia”, il reading che ha tratto dalla sua omonima raccolta di versi pubblicata nel 2010 da Einaudi. Cofondatrice, insieme a Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca nel 1983, con questo nuovo “rito sonoro”, come lo chiama la sua autrice, continua l’avventura della Gualtieri dentro l’energia orale/aurale della poesia, nella certezza che essa sia un’antica, attuale via alla comprensione e compassione del mondo.