Disastro Cleopatra, 650 milioni di danni: c’è l’accordo Regione-Cri

Insieme alla Croce Rossa Italiana, la Regione si impegna ad istituire un tavolo tecnico per la ripartizione dei fondi raccolti.


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I numeri lievitano nel conto dei danni dell’alluvione che il 18 novembre scorso ha devastato la Sardegna. Sale infatti a 650 milioni di euro la stima realizzata dagli uffici del commissario delegato per l’emergenza nell’Isola. Nello specifico, si tratta di almeno 512 milioni di euro che riguardano il patrimonio pubblico.

Ovvero scuole, edifici, infrastrutture viarie, idriche, elettriche e ferroviarie. Altri 33 milioni si riferiscono invece al patrimonio privato, mentre altri 100 alle attività produttive, di cui 56 milioni solo alle aziende agricole. Ma la quantificazione esatta dell’importo sarà completata entro la fine di febbraio.

Il bilancio, già disastroso, stilato fino ad adesso, è emerso durante un incontro a Villa Devoto tra il presidente della giunta regionale, Ugo Cappellacci, e il direttore del Dipartimento delle Attività socio-sanitarie e delle Operazioni in emergenza e volontariato della Croce Rossa Italiana, Leonardo Carmenati. Un incontro al temrine del quale di è arrivati ad un accordo: Regione e Cri hanno infatti concordato di istituire un tavolo tecnico per la ripartizione dei fondi raccolti dall’associazione a sostegno della popolazione colpita.

In particolare, i soggetti coinvolti dovranno individuare un criterio per distribuire le somme raccolte indirizzandole, prevalentemente, verso iniziative di sostegno diretto alla popolazione e, quindi, al ristoro di quei danni non risarcibili sulla base delle vigenti ordinanze.

   “A distanza di mesi dal dramma dell’alluvione – ha osservato il presidente Cappellacci – continua la mobilitazione a sostegno della popolazione colpita dalla calamità, a testimoniare una coesione sociale, una vicinanza ancora più attenta ai bisogni degli ultimi, alle necessità dei più deboli. Saranno loro i primi destinatari dei fondi raccolti. Le iniziative, come questa della Croce Rossa Italiana, portano allo scoperto una rete solidale fatta, innanzitutto, di relazioni e rapporti umani che rispondono immediatamente alle necessità “dell’altro”, ai bisogni della comunità, spesso ancor prima dell’intervento pubblico”.


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