Disabili sardi senza lavoro, clamorosa protesta sotto la Regione: “Tre giorni di sit-in”

Le leggi di stabilizzazione dedicate a loro sono ancora congelate, non c’è il bando per centinaia di posti all’interno della pubblica amministrazione: “Il 17 aprile protestiamo per i nostri diritti, non siamo cittadini di serie B”.


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

di Paolo Rapeanu

L’approvazione delle leggi di stabilizzazione che potrebbero far tirare un sospiro di sollievo a centinaia di disabili sardi – quelli inseriti all’interno del progetto regionale Lavor@bile – è ancora un miraggio. L’ultimo segnale è arrivato lo scorso 26 giugno, con tanto di documento inviato al presidente regionale Francesco Pigliaru. Ma poi, così denunciano i componenti della onlus, è calato il silenzio più totale. Così, dieci mesi dopo, la decisione di organizzare un sit-in di protesta, lungo tre giorni, sotto il palazzo del Consiglio in via Roma.
“Da anni ormai l’associazione Progetto Lavor@bile Sardegna onlus con la collaborazione della FISH Sardegna, è divenuta capofila nella lotta alla discriminazione lavorativa dei disabili. La mancata applicazione della Legge 68/99 che disciplina i criteri di assunzione dei disabili, rendendoli cittadini liberi, ha portato a una serie di convegni sul territorio sardo. L’ultimo è stato quello che si è tenuto a Cagliari il 26 giugno 2017 dal quale, in condivisione con sigle sindacali e associazioni di categoria si è giunti a un  documento di proposte inviato via pec al presidente della Regione Sardegna. Malgrado l’importanza  delle  proposte/segnalazioni, il documento è stato totalmente ignorato”, così si legge in una nota della onlus. “L’assenza di dialogo con l’amministrazione politica regionale, ancora una volta, pone in evidenza le criticità e la sofferenza che i cittadini sardi devono subire. I circa 37mila disabili iscritti ai centri per l’impiego della Sardegna, sono una realtà che non  interessala politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando si è in prossimità di elezioni. La protesta che si sta organizzando, chiede a gran voce rispetto delle leggi e riconoscimento della dignità lavorativa come Costituzione prevede per tutti i cittadini italiani, senza classificazioni di serie A o di serie B”.


In questo articolo: