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di Paolo Rapeanu
L’approvazione delle leggi di stabilizzazione che potrebbero far tirare un sospiro di sollievo a centinaia di disabili sardi – quelli inseriti all’interno del progetto regionale Lavor@bile – è ancora un miraggio. L’ultimo segnale è arrivato lo scorso 26 giugno, con tanto di documento inviato al presidente regionale Francesco Pigliaru. Ma poi, così denunciano i componenti della onlus, è calato il silenzio più totale. Così, dieci mesi dopo, la decisione di organizzare un sit-in di protesta, lungo tre giorni, sotto il palazzo del Consiglio in via Roma.
“Da anni ormai l’associazione Progetto Lavor@bile Sardegna onlus con la collaborazione della FISH Sardegna, è divenuta capofila nella lotta alla discriminazione lavorativa dei disabili. La mancata applicazione della Legge 68/99 che disciplina i criteri di assunzione dei disabili, rendendoli cittadini liberi, ha portato a una serie di convegni sul territorio sardo. L’ultimo è stato quello che si è tenuto a Cagliari il 26 giugno 2017 dal quale, in condivisione con sigle sindacali e associazioni di categoria si è giunti a un documento di proposte inviato via pec al presidente della Regione Sardegna. Malgrado l’importanza delle proposte/segnalazioni, il documento è stato totalmente ignorato”, così si legge in una nota della onlus. “L’assenza di dialogo con l’amministrazione politica regionale, ancora una volta, pone in evidenza le criticità e la sofferenza che i cittadini sardi devono subire. I circa 37mila disabili iscritti ai centri per l’impiego della Sardegna, sono una realtà che non interessala politica, ci si ricorda di loro, ipocritamente, solo quando si è in prossimità di elezioni. La protesta che si sta organizzando, chiede a gran voce rispetto delle leggi e riconoscimento della dignità lavorativa come Costituzione prevede per tutti i cittadini italiani, senza classificazioni di serie A o di serie B”.