Delirio Pd in Sardegna, tutti contro tutti: arriva la commissione nazionale per il congresso

Giuseppe Meloni, 17.800 voti, contro Piero Comandini, 15mila ma senza i voti determinanti di Quartu, dove lo spoglio è stato bloccato per presunte interferenze di elettori del centrodestra. Ma sono stati i dem a decidere di aprire le primarie a tutti e non solo agli iscritti: il candidato gallurese su tutte le furie chiama in causa i vertici nazionali


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Delirio Pd in Sardegna, tutti contro tutti e una votazione che, comunque andrà, lascerà strascichi infiniti. Di sicuro non una votazione risolutiva. Solito Pd sardo, insomma, niente di cui stupirsi se non fosse che queste dovevano essere le primarie della svolta dopo oltre due anni in cui il partito è rimasto inchiodato a incomprensibili meccanismi di autolesionismo, incapace di esprimere un segretario, anche a costo di essere commissariato, come è stato. Le primarie verso il congresso che deve catapultare il partito alle non facili elezioni regionali di febbraio del 2024.

 

I fatti: il candidato alla segreteria Giuseppe Meloni ha ricevuto circa 17.800 voti, l’avversario Piero Comandini circa 15mila, ma senza i voti dei due seggi di Quartu Sant’Elena, determinanti per la conta finale. Quei voti mancano perché lo spoglio è stato bloccato per il sospetto di “inquinamento” del risultato a causa della partecipazione al voto di elettori di centrodestra.

 

La proclamazione del nuovo segretario è stata dunque rinviata a domani pomeriggio. Ma dal comitato elettorale di Meloni trapela molto fastidio per il nuovo rinvio della commissione regionale che deve procedere allo spoglio dei due seggi di Quartu, di fatto posticipando tale procedura a quasi 48 ore dal voto. “Portare via un’urna elettorale dal seggio è giuridicamente, oltre che politicamente, inaccettabile, ed è incredibile che la commissione regionale per il congresso (come farebbe per analogia la prefettura) non abbia proceduto nella serata di ieri allo spoglio e ora lo rinvii addirittura a martedì pomeriggio. Per questo – fanno sapere dal comitato – abbiamo scritto alla commissione nazionale per il congresso perché si proceda senza ulteriori ritardi allo spoglio. Lo spoglio va fatto senza remore, dopodiché si possono fare tutte le verifiche e controlli come si fanno nelle elezioni ordinarie su chi ha votato e sulla presenza o assenza di titolo a farlo”.

 

Poi, un richiamo alla situazione nazionale. “D’altronde, se non ci fossero le primarie aperte oggi il segretario del PD sarebbe Stefano Bonaccini e non Elly Schlein, che ha vinto richiamando al voto nelle primarie molti che non hanno certamente votato il PD alle elezioni più recenti. La nostra convinzione è che non si buttano a mare le primarie quando non vanno come piace e non si mettono in discussione per ottenere una vittoria in una competizione regionale. Al contrario vanno protette e preservate come valore fondante del PD”.

 

Del resto, a optare per le primarie aperte a tutti e non solo agli iscritti del Pd è stato lo stesso partito, allargando le maglie molto più che nel resto d’Italia.