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“Siamo estremamente delusi e stiamo pensando a come mobilitarci perché questa battaglia di civiltà non è ancora finita. Anche se una parte del Parlamento ha dimostrato di avere ancora lo sguardo lontano dal presente e dal futuro”. Così Carlo Dejana, presedente Arc Sardegna rilancia la lotta politica dopo il ko in Parlamento del ddl Zan che prevedeva aggravanti specifiche per i crimini d’odio e discriminazioni contro omosessuali, transessuali e donne.
“In Parlamento sarà tutto fermo per mesi, ma nel paese continueremo a lottare, perché tutti devono rendersi conto che questa è una battaglia di civiltà che ormai la stragrande maggioranza del paese sente come propria”, aggiunge Dejana. “ora qualunque minoranza è penalizzata. Si è legittimata l’idea che una maggioranza possa esercitare violenza sugli altri, non solo quella fisica. L’applauso alla chiusura di un diritto è stata uno delle scene più tristi, penso degli ultimi anni, nel nostro Parlamento. Sono penalizzati i gay, le lesbiche, i transgender e che continuano ad avere difficoltà a trovare lavoro e continuano a subire tutti i giorni discriminazioni. Purtroppo è una cosa che riguarda ormai tantissime persone. Qualcosa è cambiato nella società, ma non nella parte politica che ha votato ieri”.
Soddisfatto il centrodestra. “Fratelli d’Italia, sul DDL Zan, ha espresso sempre la sua contrarietà, con rispetto ma con chiarezza”, ha dichiarato Salvatore Deidda, deputato Fdi, “leggo qualche sinistrato che attacca noi per la bocciatura al senato. Faccio notare che il Pd e i 5 Stelle più Leu hanno la maggioranza. Quante volte lo hanno ripetuto? E come mai è stato bocciato? Evidentemente quel DDL Zan non era così perfetto e ben scritto come vi dicono. Qualcuno a sinistra non l’ha votato. Brutta cosa l’arroganza e il narcisismo. Bastava sedersi in un tavolo e trattare dei cambiamenti. Cambiare 2 articoli o commi. No. Erano stati avvisati ma hanno voluto il muro contro muro”.
Delusione a sinistra. “E’ una questione di civiltà e in Italia abbiamo dimostrato quanto siamo indietro su certe tematiche”, attacca Maria Laura Orrù, consigliera regionale dei Progressisti, “questo mette in luce che occorre fare un grosso lavoro, per far capire che i diritti nel 2021 dovrebbero essere garantiti a tutti. Perché la legge voleva semplicemente fare giustizia per le violenze che subiscono alcune parti della società, quelle più deboli. E questo rattrista ancora di più. Il Parlamento non ha espresso la volontà reale della collettività. I cittadini sono già più avanti c, è strato un progresso notevole nella società. Ma tutto questo non è ben rappresentato nei luoghi dove si prendono le decisioni. Bisogna aspettare. È solo il tentativo di bloccare con le mani un vento che poi arriverà”.