Danilo Argiolas: “Coprifuoco alle 22 ennesimo delitto ai locali, pronti ad aprire forzatamente”

“E intanto il Comune di Cagliari approva il piano del silenzio colpendo la movida: molti locali saranno costretti a chiudere e dall’una in poi città in mano alla criminalità”


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A Radio CASTEDDU il vicepresidente della FIPE commercio Danilo Argiolas, anche titolare di un noto locale a Castello: “Io mi chiedo come farò a dire ai ragazzi che quest’anno non ci sarà la stagione per loro: la nostra città non può lavorare con questi orari.
Oggi si è consumato l’ennesimo delitto nel nostro comparto, non è una cosa affrontabile. Teniamo presente che un conto è una chiusura con questo orario a marzo e aprile ma a giugno e a luglio fa caldo: è impensabile lavorare a pranzo e costruire un minimo di fatturato per sostenere le aziende.
Io voglio augurarmi che il presidente Draghi e tutta la sua amministrazione abbiano pensato di spaventarci per poi premiarci diversamente perché è inaccettabile, dovremmo necessariamente fare qualche azione di forza. A questo punto non si può ragionare con questi parametri, arriveremmo forse ad aprire, esercitare il nostro diritto al lavoro”.
Per quanto riguarda il piano di risanamento acustico appena approvato: “Nel momento in cui chi l’ha approvato dice che è un piano che non va bene, io sono senza parole: siamo tutti vittime della burocrazia.
A livello nazionale ci stanno invitando di lavorare all’aperto e noi, qua a Cagliari, portiamo alla riduzione del suolo pubblico sia in temi di metri quadri che di orario, tra l’altro su un piano che è assolutamente vecchio, fatto male, non più adeguato ai tempi perché la città è cambiata.
Questo piano è finalizzato a creare il silenzio ma quello che succederà porterà un rumore enorme, perché ogni attività spenta spegne una luce e ciò fa aumentare la criminalità che sarà un rumore molto più forte di qualche schiamazzo derivato, tra l’altro, solo da qualche attività.
Le attività sono anche un organo di controllo sul territorio, molti locali saranno costretti a chiudere definitivamente e dove quelli che chiuderanno all’una, da quell’ora in poi, sarà in terra di nessuno.
Vediamo bene cosa succede al porto e al bastione che diventano proprietà del malaffare: andremmo a peggiorare la città ed è una cosa che ci spaventa sia dal punto di vista economico che di prospettiva perché una città non bella non farà più affari”.
Risentite qui l’intervista a Danilo Argiolas del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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