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di Davide Zedda
Daniele Conti sta attraversando la peggior stagione da quando – da titolare – veste la maglia rossoblù. Un punto fermo, un cardine, un ragazzo che ha sposato i colori del Cagliari, che ama la città e l’isola, ormai sardo d’adozione come anche lui ama definirsi.
Il suo affetto è stato contraccambiato dai sardi, c’è chi chiede per lui la cittadinanza onoraria. Forse un po’ troppo e un po’ presto, ma anche questo è indice d’amore.
Insomma, Daniele Conti è una bandiera. Sì, che ora va messa da parte, arrotolata per bene e custodita al meglio. Il Capitano non è più in grado di poter guidare il Cagliari. Inutile girarci intorno.
Vide bene Cellino, il suo contratto non era da rinnovare. Giulini ha puntato sull’immagine del giocatore e dell’uomo (marketing), non curandosi del fatto che l’atleta andava invece perdendosi.
Il peggior male del Cagliari in questa stagione ha un nome e un cognome: Daniele Conti.
Serve coraggio. Occorre chiedere al Capitano di continuare ad essere tale. Daniele, siediti in panchina, guida da lì la squadra, il tuo carisma non è in discussione. Prendi come esempio Del Piero nella sua ultima stagione in bianconero: si è leader indipendentemente dal campo. Anzi, spesso lo si è di più dal di fuori.
Non ce ne voglia il Capitano. Con lui in campo, il Cagliari ha totalizzato 4 punti in 12 gare. Senza di lui e con Crisetig al centro della linea mediana, i punti sono stati 8 in 5 gare. Le uniche due vittorie fin qui raccolte dai rossoblù, sono arrivate in assenza del numero 5 di Nettuno.
Gli si offra questo nuovo ruolo. Quello del trascinatore silenzioso e discreto, in prima linea negli allenamenti, e poi dal campo alla panchina senza se e senza ma.
I tifosi ti amano, Capitano: riprenditi il tuo Cagliari. Fallo in maniera silenziosa e discreta. Accomodati in panchina.