“Dall’Oncologico al Brotzu, ecco cosa rischiano i malati di cancro: possono finire inscatolati come sardine in reparti già strapieni”. Per la precisione, occupati al 120 per cento: durissimo comunicato di Attilio Carta della Uil che fotografa una situazione al Brotzu ad alto rischio chiedendo nuove assunzioni e un patto sociale per salvare l’ospedale al collasso. “E’ palese che stiano esplodendo le enormi criticità che ci trasciniamo da una decina d’anni- spiega il segretario Carta- a nascondere ancora la polvere sotto il tappeto si va inesorabilmente a sbattere.
I recenti fatti di cronaca confermano che ciò, oltre che osceno, potrebbe persino rasentare quasi “l’immoralità” per le nefaste ricadute su dei pazienti particolarmente fragili e, spesso, al limite della disperazione come quelli oncologici. Non è più tollerabile. Ci vuole una profonda inversione di marcia da parte di tutti coloro in indirizzo.
E’ ora di pretendere che ognuno si assuma le proprie responsabilità! Si passi dai proclami ai fatti concreti nel rispetto reciproco, trasparenza, competenza, esperienza ma soprattutto, tanta, umile condivisione. Perché chi ha anche una pur minima cognizione “comunicativa” sa che l’umiltà non è mai indice di debolezza, bensì di forza.
Negli anni abbiamo invece assistito ad una crescente GESTIONE VERTICISTICA senza l’indispensabile prezioso coinvolgimento dei numerosi Eccellenti Professionisti (OSS, Infermieri, Dirigenti e Capi Dipartimento) fortunatamente ancora presenti, ma non si sa per quanto, in Azienda.
GESTIONE VERTICISTICA, tra l’altro MAI ACCADUTO PRIMA, fortemente e pubblicamente “sfiduciata”. Anche relativamente alla grave problematica delle Sale Operatorie dell’Oncologico, già prospettata due anni fa, la proposta, ventilata da dei professionisti forse anche più competenti dei decisori, di optare per le così dette Sale amovibili o su Ruote, tale da escludere ogni eventuale trasferimento di Pazienti e/o Reparti, al S.Michele, la stessa venne respinta con ingiustificata arroganza.
Dinanzi ad un tale disastro, la chiave di Volta invece, è sicuramente la CONDIVISIONE, che non infligge minimamente con le decisioni finali. Entrambi invece possono e devono convivere.
Argomento, questo delle SS.OO., che oramai ha dato il via ad una serie infinita di articoli di stampa con un’abbondanza di comunicati che, esclusi quelli sacrosanti delle associazioni dei pazienti oncologici, sono farciti spesso di notizie più scandalistiche che veritiere, tali da incrementare sfiducia e sconforto fra pazienti già disperati. La deontologia comunicativa, specie se trattasi di pazienti fragili, impone ben altro.
Peraltro, si eviti fino all’ultimo di imporre lo spostamento, non essendo pacchi postali, di Pazienti così fragili, verso Reparti con un elevato tasso d’occupazione di oltre il 120 %, rischiando di ammassarli come fossero scatolette di Sardine.
E’ altrettanto palese che, questa riemersa triste situazione dei pazienti oncologici, sia solo la punta d’icerberg del più generale irresponsabile “pantano” gestionale frutto dell’immobilismo degli ultimi tempi. Solo un’azienda autorevole, ed organizzativamente, solida può affrontare emergenze di tale portata e dare risposte tangibili ai pazienti sardi, evitando loro ulteriori disagi, a limite dell’umana sopportazione.
Salvo tornare al flagello sociale dei nefasti viaggi della speranza per gli ammalati sardi. L’Azienda Brotzu deve pertanto tornare alle origini. Prima si era tutti orgogliosi di lavorare al Brotzu, ora è esattamente il contrario.
E’ altresì notorio che sul più grande Presidio Sanitario Pubblico, da alcuni anni, incombe, come un granitico macigno, una progressiva fuga di eccellenti professionalità verso qualsiasi altra realtà pubblica e/o privata. Qualcuno, dalla Politica alle Istituzioni, si è forse posto il problema di valutare le reali cause di questo “biblico esodo” di validissimi Professionisti di qualsiasi ordine e grado, dagli OSS alla dirigenza?
Perché i concorsi vanno spesso deserti, o appena assunti si cerca disperatamente il trasferimento?
E’ pur vero che si è economicamente i meno valorizzati della Sardegna. Ma non è solo questo, infatti anche Professionalmente, ed è ancor più grave, si è i più bistratti dell’intera Isola.
La politica, e tutte le Istituzioni, hanno forse cercato di capire chi realmente può essere responsabile di tale frana gestionale?
A quasi un anno dalle elezioni, anziché l’ossessione di un illegittimo Spoil system, non previsto dal Dlgs 502 per la sanità, ci si aspettava un tangibile cambiamento affrontando prioritariamente, e con somma urgenza, sia la deleteria situazione stipendiale, perequazione, che un piano straordinario di assunzioni. Nulla di ciò, salvo un recentissimo duello all’arma bianca in assessorato. I LAVORATORI non vogliono chiacchiere ma I LORO SOLDI! Ma per fare questo è assolutamente indispensabile, stanziare ulteriori risorse economiche aggiuntive, RAR, che solo la Regione può garantire, a cui infatti, assieme alla politica, si sollecita a gran voce un corale sforzo straordinario in tal senso. Perché, non dimentichiamolo mai, la Salute è un Bene Universale, quindi di tutti. Solo così si potrebbero assicurare le giuste condizioni per garantire una costante adeguata risposta sanitaria. Il tutto in un più ampio contesto di oggettiva e sana leale competizione, ad armi pari, anche con la vera, “concorrente” realtà sanitaria privata in Sardegna: il Mater Olbia.
Tutto ciò impone un equilibrato, ma deciso, cambio di rotta al fine di recuperare, comunque, l’ affidabilità e l’appeal originari.
Perciò, nel primario interesse generale dell’intera Isola, anche la politica e le istituzioni tutte, ognuno per quanto di competenza, facciano la loro parte, affinché finalmente riemerga, con la massima concretezza istituzionale, la sua primaria indole pubblica della sanità, potenziando e recuperando finalmente L’ARNAS, quale più importante Baluardo della Sanità Pubblica Sarda.
Potrebbe essere opportuno anche un eventuale IRCCS; già pianificato invano a fine anni duemila.
Emerge infatti prepotentemente la necessità di un’azione sinergica fra Regione, Azienda e Parti sociali che li veda tutti convintamente uniti in una sorta di vero e proprio “Patto Sociale per il Brotzu”, a garanzia, della salute di tutti i Cittadini Sardi, anche in futuro!
Pertanto, si resta in trepida attesa di un virtuoso impegno tra Azienda, Istituzioni, Parti sociali e Associazioni, spogliandosi ognuno delle proprie magliette, per riunirsi attorno ad un fruttuoso tavolo di condivisione, al fine di raggiungere finalmente il nobile obbiettivo di un virtuoso rinnovato “PATTO SOCIALE PER IL BROTZU”, conclude il segretario della Uil Attilio Carta.