Covid in Sardegna, tra lockdown e restrizioni “tutti più depressi e nervosi: manca la socialità”

I troppi rovesci negativi della lotta al Covid nell’analisi della presidentessa dell’Ordine degli psicologi Angela Quaquero: “Niente abbracci o strette di mano, pensiamo agli anziani soli e ai ragazzi che hanno perso tanti giorni di scuola: siamo diventati tutti meno tolleranti”


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I risvolti psicologici del Covid-19. A Radio CASTEDDU parla
Angela Quaquero, psicologa:  “Nervosismo, irritabilità che si traduce in disturbi del sonno, digestivi e in stati depressivi”.
“L’isolamento, le problematiche legate anche a queste restrizioni: la gente reagisce in maniera disperata, le persone progressivamente perdono, consumano le risorse di vitalità, di resilienza che potevano avere e che hanno avuto e che hanno utilizzato anche con grande forza. Diciamo che si sta  sentendo molto non più la paura ma soprattutto il peso della solitudine, la mancanza della socialità; questo è assolutamente il punto.
Non ci abbracciamo, non ci stringiamo la mano, i nostri ragazzi praticamente non si sono ritrovati tutti i giorni in classe per quasi un anno anche a litigare, perché anche questa è socializzazione. È lì che si impara a stare insieme, che si costruiscono le reti di amicizia, di rapporti e sono mancati. Pensiamo agli anziani soli, speriamo che la vaccinazione ci consenta di tirare un sospiro di sollievo, ci sono famiglie che non vedono i propri anziani da un anno. Per il giovane che aveva le reti amicali, affettive funzionanti, in qualche modo, ce l’ha fatta ma per chi aveva anche pochi amici, in un anno in cui non si esce, non si incontra, è molto difficile recuperare questa dimensione e la solitudine è profonda. Questo significa poi aumentare il nervosismo, l’irratibilità  che si traduce in disturbi del sonno, digestivi, in stati depressivi e tutte queste cose si stanno diffondendo ormai a macchia d’olio.
Ci sono delle trasformazioni nel lavoro che noi non abbiamo ancora compreso, uno soprattutto che riguarda le donne che stanno perdendo il lavoro.
Ma quelle che non lo perdono e che fanno un’attività di Smart Working si sono viste improvvisamente sovrapporre, senza quasi rendersene conto, il tempo di lavoro con il tempo  familiare. Noi donne abbiamo lottato tanto per avere orari flessibili, una conciliazione tra lavoro e tempo di vita e improvvisamente diventano sovrapposti: nessuna distinzione. Bisogna fare le due cose contemporaneamente, spazio tempi, sovrapposti, condivisi anche con la scuola dei figli, per esempio.
È un pericolosissimo vortice che può portare a scatti di rabbia non solo fisici ma anche verbali: siamo diventati più incattiviti nei confronti del prossimo, siamo meno tolleranti, più aggressivi, meno empatici perché c’è una restrizione delle nostre possibilità, capacità, desiderio, che a causa dei lunghi  mesi che abbiamo passato cominciano a dare i frutti. Ecco perché è molto importante il sostegno psicologico, il supporto perché se le persone cominciano a pensare che tutto questo che ci sta capitando è frutto di una situazione che coinvolge tutti, che non se l’è scelto, se riusciamo a lavorare in questi termini stiamo tutti meglio”. Dare un senso a quello che sta succedendo, insomma, “ma non è facile”.
Risentite qui l’intervista a Angela Quaquero del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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