Covid, Congiu sullo screening a Monserrato: “Situazione sottovalutata, era da fare prima come avevamo proposto”

La situazione in città è di circa 170 positivi, 2 persone hanno necessità di cure ospedaliere, molti sono giovani e il 90% asintomatici.  Francesca Congiu, consigliera di minoranza: “Se la nostra voce fosse stata ascoltata prima, i cittadini sarebbero stati protetti e tutelati meglio”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Francesca Congiu, consigliera di minoranza di Monserrato interviene riguardo lo screening messo in campo dal comune per fronteggiare la diffusione del coronavirus: “Se la nostra voce fosse stata ascoltata prima, i cittadini sarebbero stati protetti e tutelati meglio”.
“È stato triste e piacevole nello stesso tempo sentire le parole del Sindaco di Monserrato Tommaso Locci in occasione dell’ultima intervista a Radio Casteddu. “Al 90% sono asintomatici, quindi dico che se lo avessimo forse fatto 5 mesi fa, gli asintomatici li avremmo trovati. Il problema è che non si facevano i tamponi…” queste le sue parole in riferimento alle iniziative anti covid di recente intraprese dalla sua giunta. E’ piacevole – dichiara Francesca Congiu – che il sindaco, a posteriori, indirettamente ha ammesso che la proposta avanzata a suo tempo dalla sottoscritta Consigliera del PD nel mese di settembre, unitamente agli altri Consiglieri di minoranza, e immediatamente cestinata, sia stata ora rivalutata con tanto di rimpianti. È triste invece che si sia perso tempo, a danno dei cittadini”.
Il primo cittadino, durante la seduta del consiglio comunale del 17 novembre  ha precisato che a luglio e ad agosto Monserrato era covid free e le misure adottate in precedenza dall’amministrazione sono state fondamentali per raggiungere questo risultato.
Non solo: nonostante la recrudescenza del virus, a novembre come oggi, Monserrato ha una media inferiore di persone positive rispetto ai centri limitrofi. “La richiesta effettuata, quindi, era inopportuna – aveva spiegato il sindaco – soprattutto le soluzioni degli screening vanno fatte non con i test sierologici”, non del tutto affidabili al contrario dei tamponi che garantiscono una maggiore garanzia. La recrudescenza però poi è arrivata anche in città “e l’amministrazione non è stata ferma: sono state sanificate le strade, sono state messe in campo le contingentazioni, stiamo valutando anche per il mercato e abbiamo anticipato anche il governo con una ordinanza con la quale era stato disposto il blocco dopo le ore 24 del transito nelle zone principali, perché si potevano verificare dei casi di assembramento. La questione dello screening mi sembra più sensato adesso che c’è una situazione di recrudescenza”.
“Si poteva fare tanto per evitare di arrivare ai numeri attuali del contagio – prosegue Congiu – ma poco o nulla è stato fatto nei mesi estivi e in quelli di inizio autunno”.
La situazione in città è di circa 170 positivi, 2 persone hanno necessità di cure ospedaliere, molti sono giovani e il 90% asintomatici.  “Una sottovalutazione grave e pericolosa del problema – afferma Congiu – che non trova giustificazioni.
I fatti: in data 28/09/2020 il Pd, da me rappresentato, unitamente agli altri consiglieri di minoranza, aveva depositato una interrogazione urgente nella quale si chiedeva al Sindaco se intendesse porre in atto alcune importanti misure, già assunte da vari Comuni della Sardegna, consistenti nell’acquisto di test sierologici per lo screening della popolazione e/o quantomeno l’acquisto dei test rivolti ai nuclei famigliari ove è presente un disabile e valutare l’ipotesi dell’estensione dello screening alle persone di età superiore ai 60 anni.
Certamente queste misure avrebbero aiutato a tenere sotto controllo i livelli del contagio e indotto ben prima di oggi a prendere provvedimenti adeguati a bloccare la diffusione. Così non è stato, perché il sindaco non prese minimamente in esame quella interrogazione. Quando venne discussa il 17 Novembre, dichiarò che lui avrebbe fatto i tamponi e non i test sierologici, che davano falsi positivi andando cosi a intasare la Asl. Sciaguratamente il sindaco non considerò che sia il test sierologico che il tampone rapido naso faringeo sono test antigenici.  I test rapidi antigenici ricercano le proteine superficiali del virus (antigeni) e non il genoma virale (come accade invece con il test molecolare).
I test sierologici quantitativi, invece, consentono un dosaggio specifico degli anticorpi prodotti. Nel tampone molecolare che solo la asl fa, si individua la presenza del virus SARS-CoV-2 .
La nostra proposta voleva far in modo di avere un controllo, perché solo quando i casi non son tanti si può fare una vera indagine e attuare un tracciamento per mitigare il rischio della diffusione del contagio a Monserrato, stante la recrudescenza dell’epidemia in tutta la Sardegna”.
“Duole pensare – conclude la consigliera – che se la nostra voce fosse stata ascoltata prima, i cittadini sarebbero stati protetti e tutelati meglio. Speriamo che da ora in avanti ci sia maggior coinvolgimento della minoranza nelle decisioni che riguardano il Covid e la salute dei cittadini”.