Covid-19, “si muore senza i cari accanto”: il racconto di un medico della terapia intensiva


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“L’aspetto più drammatico di questa vicenda è che la gente ricoverata non ha i propri cari accanto. Ci siamo solo noi, quasi irriconoscibili per via della tuta, e chi non ce la fa muore da solo”. Stefano ha 31 anni, è un medico specializzando in Anestesia e fino a pochi giorni fa lavorava alle Molinette. Gli specializzandi sono medici in formazione che solo dopo aver terminato il percorso formativo (per anestesia sono cinque anni) possono essere assunti a tutti gli effetti.

L’emergenza Coronavirus, però, ha stravolto le regole: Stefano e tanti altri specializzandi sono stati contattati dall’Unità di crisi della Protezione civile per essere ricollocati in strutture che hanno bisogno d’aiuto.

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