Controlli a tappeto nelle aree archeologiche della Sardegna

Numerosi i controlli dei carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale di Cagliari nelle aree e siti archeologici della Sardegna: scoperte diverse irregolarità – VIDEO


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Negli ultimi tre mesi i  Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari hanno effettuato una serie di servizi straordinari di controllo e monitoraggio delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e dei siti archeologici della Sardegna nell’ambito della “Campagna a tutela del patrimonio paesaggistico e dei siti archeologici marini” promossa dalla Divisione Unità Specializzate Carabinieri di Roma.

Il piano di controllo straordinario è stato predisposto al fine di prevenire e reprimere gli illeciti in danno del patrimonio paesaggistico costiero e delle bellezze naturalistiche ed archeologiche, derivanti sia dalla spregiudicatezza nell’utilizzo del territorio da parte di persone che, eludendo le normative di settore, causano spesso danni irreversibili all’ambiente, sia dall’incremento estivo della navigazione da diporto e delle immersioni amatoriali.

Le attività sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari, unitamente al personale dei NAS, dei NIL, del Nucleo Subacquei e dei Nuclei Elicotteri della Sardegna in collaborazione con le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e Sassari.

Le aree più significative interessate dai controlli sono state l’area archeologica di Tharros nel territorio del Comune di Cabras, unitamente al Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Cagliari ed al Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Oristano, finalizzati alla verifica di eventuali atti predatori di manufatti archeologici nonché al rispetto delle norme di settore da parte degli esercizi commerciali operanti nell’area.

L’area archeologica La Prisgiona  ad Arzachena, effettuati unitamente ai Nuclei Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità ed Ispettorato del Lavoro di Sassari, a seguito dei quali è stata segnalata all’Autorità sanitaria il titolare di un esercizio commerciale annesso all’area per carenza dei requisiti minimi d’igiene. L’area archeologica di Nora a  Pula, effettuati unitamente ai Nuclei Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità ed Ispettorato del Lavoro di Cagliari, a seguito dei quali il titolare di esercizio commerciale annesso all’area è stato segnalato alla competente Autorità sanitaria per aver omesso di applicare le procedure di autocontrollo in materia sanitaria; il sito archeologico marino Relitto dei Marmi – Stintino (SS), effettuati unitamente al Nucleo Carabinieri Subacquei di Cagliari ed ai funzionari e tecnici della Soprintendenza di Sassari, finalizzati alla verifica dell’integrità del sito; l’area archeologica di Su Nuraxi a Barumini, unico sito della Sardegna inserito dall’Unesco nella lista del “patrimonio culturale dell’umanità”, effettuati unitamente ai Nuclei Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità ed Ispettorato del Lavoro di Cagliari, a seguito dei quali il titolare di un esercizio commerciale annesso all’area è stato segnalato alla competente Autorità sanitaria per aver omesso di applicare le procedure di autocontrollo in materia sanitaria e per omessa notifica all’autorità competente dell’avvio di fasi e processi produttivi.

E ancora l’area paesaggistica Isola di Tavolara, effettuato unitamente al 10° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Olbia ed a funzionari della Soprintendenza di Sassari che ha portato all’esecuzione del sequestro preventivo disposto d’urgenza dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania di un’immobile di circa 300 mq, del valore di circa 500.000 euro per gravi violazioni in materia urbanistica ed ambientale riscontrati duranti lavori di ristrutturazione.

Infine nell’area paesaggistica dell’Isola di Sant’Antioco, effettuato unitamente all’11° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Elmas, che ha portato al sequestro preventivo di 74 case mobili e 4 bungalow e relative pertinenze per un totale di 97.000 mq, del valore di circa 3.000.000 euro, posizionati sia nella fascia di totale inedificabilità dei 150 metri dalla linea di battigia che in area dichiarata di notevole interesse pubblico con decreto ministeriale, determinando, anche in questo caso, una grave lesione all’integrità ambientale di quel tratto costiero.

 


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