Continua lo scontro e il rimpallo di accuse in merito alla vicenda Cisa di Serramanna

I primi cittadini sono pressoché schierati in due posizioni nettamente differenti: i sindaci di Serramanna e Samassi, che hanno votato contro la fusione del Cisa Service con il Consorzio Cisa e hanno chiesto il commissariamento, mentre quelli di Sanluri, Samatzai, Nuraminis, Villasor e Serrenti che appoggiano l’altra linea


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Continua lo scontro e il rimpallo di accuse in merito alla vicenda Cisa di Serramanna, ente che si occupa della gestione dei rifiuti: parla Marcello Ortu, ex presidente del Consorzio Cisa.
In seguito alla possibilità che 7 dipendenti, in cassa integrazione da diversi mesi, perdano il lavoro, da febbraio a oggi si sono conseguiti vertici, riunioni e accuse tra i delegati in cui sono emerse profonde problematiche non ancora chiarite del tutto e, tanto meno, risolte. I primi cittadini sono pressoché schierati in due posizioni nettamente differenti: i sindaci di Serramanna e Samassi, che hanno votato contro la fusione del Cisa Service con il Consorzio Cisa e hanno chiesto il commissariamento, mentre quelli di Sanluri, Samatzai, Nuraminis, Villasor e Serrenti che appoggiano l’altra linea e sostengono il presidente Alberto Urpi. Oggi interviene Marcello Ortu: “viste le falsità che scrive il Sindaco di Samassi sul Consorzio CISA, di cui sono stato Presidente per 7 anni, e che conosco bene, devo per forza intervenire.
Anzichè parlare della cattiva gestione della società Cisa Service, il Sindaco di Samassi sposta l’attenzione su altri argomenti,  https://castedduonline.it/rifiuti-guerra-a-distanza-tra-i-sindaci-del-cisa-di-serramanna-samassi-chiede-larrivo-di-un-commissario/ mai citando che l’amministratore unico di Cisa Service, il sig. Davide Marini, è stato piú volte condannato dalla Corte dei Conti a risarcire delle somme per aver commesso danno erariale, con le sentenze n. 52/2019 e n. 112/2019 che chiunque può leggere in Internet nel sito della Corte dei Conti Sardegna.
Lo stesso sig. Marini, in qualità di amministratore unico di Cisa Service, aveva avviato una causa per il riconoscimento di oltre 1.300.000 euro verso il Consorzio CISA.
Il Sindaco di Samassi dimentica che esiste una sentenza del Tribunale di Cagliari, la n. 2995 del 2016, passata in giudicato, dove il giudice decreta che quelle somme non sono dovute a causa di mancata e indadeguata documentazione attestante il credito vantato.
Chi dovrà rifondere quei quattrini?
La stessa vicenda della mia “cacciata” da Presidente del CISA è emblematica.
Io non fui cacciato perchè, come dice Pusceddu, ero incompatibile ma perché avevo stilato un documento che contavo di consegnare ai soci in Assemblea nel quale dichiaravo in modo esplicito che avrei respinto il bilancio di Cisa Service perché, a mio parere, conteneva un evidente falso.
Semplicemente: nel bilancio di Cisa Service ricompariva il credito verso il CISA per 1.300.000 di euro, come “credito verso controllanti” (che è appunto il CISA), seppure il giudice aveva sentenziato che quelle somme non erano dovute.
Il presidente dell’Assemblea di allora era il sig. Sergio Murgia, Sindaco di Serramanna, che anziché convocare l’Assemblea del CISA con l’ordine del giorno da me proposto (come da statuto), in tutta fretta, con convocazione “urgente”, ha convocato l’Assemblea per cacciarmi.
La tempistica è certo strana.
I sindaci di Serrenti e di Sanluri chiesero il posticipo di quella Assemblea per impegni già presi.
Ma Sergio Murgia fu irremovibile.
Per giunta, a quella Assemblea non fui neppure convocato, come invece avrei dovuto, come da statuto.
Quella Assemblea fu comunque svolta, senza la presenza di due soci e la mia mancata convocazione e io fui cacciato, con nomina di un altro Presidente.
E’ poi davvero singolare che il primo atto del nuovo Presidente, mi pare appena una settimana dopo essere stato eletto, e quindi senza che potesse conoscere nulla degli atti del CISA ma per forza fidandosi di chi lo aveva nominato, sia stato quello di approvare il bilancio di Cisa Service che conteneva di nuovo il credito verso il CISA per 1.300.000 euro.
Questi i fatti, riportati in documenti che chiunque può verificare”.


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