Chirurghi al lavoro nel reparto Covid al Ss. Trinità, medici in rivolta a Cagliari: “Non si muore solo per il virus”

I chirurghi, per loro formazione, offrirebbero una assistenza non adeguata a pazienti affetti da patologia internistica infettivologica, respiratoria e rianimatoria. I pazienti devono essere curati da medici competenti in materia, non internisti improvvisati con un ordine di servizio”


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I chirurghi al lavoro nel reparto Covid del Santissima Trinità. Ora protestano i medici. Nell’ospedale SS. Trinità si è reso necessario aprire anche la degenza Covid 6 sistemata nel reparto di Chirurgia Generale che già ospitava il reparto di Urologia. Le degenze chirurgiche verranno quindi accorpate nel reparto di Otorinolaringoiatria, seguiti dagli infermieri del reparto stesso, “con ottime professionalità ma senza alcun addestramento chirurgico e urologico”. Scrive Anao Assomed, Si pone il problema di reperire i medici necessari per l’apertura del nuovo reparto Covid, e la soluzione prospettata sarebbe l’ordine di servizio per i medici delle due specialità chirurgiche. “Tale precetto è chiaramente non a norma e pone notevoli problemi a livello medico legale come già rappresentato dalla nostra organizzazione nella diffida inviata a livello nazionale e in questi giorni a tutte le aziende ed Assl, Cagliari compresa, in quanto non vi è equipollenza tra le discipline in questione.

Di fatto si andranno a creare criticità molto gravi”, aggiunge, ” i chirurghi, per loro formazione, offrirebbero una assistenza non adeguata a pazienti affetti da patologia internistica infettivologica, respiratoria e rianimatoria; altro, non meno importante, vulnus: si sguarnirebbero gli organici di chirurghi e urologi già carenti e con notevole carico di lavoro, aggravando le difficoltà esistenti nel garantire i livelli di assistenza basilari e la copertura delle urgenze e costringendo i rimanenti medici a turni massacranti, fuorilegge e che incrementano il rischio clinico. I pazienti devono essere curati da medici competenti in materia, non internisti improvvisati con un ordine di servizio. Recentemente è stato bandito un concorso per i medici da impiegare per la cura di tali pazienti che potrebbero essere assunti per coprire tali carenze anche nei reparti Covid. Esistono poi altre possibilità come sfruttare le manifestazioni di interesse da parte dei medici interessati (di specialità equipollenti) ed eventuali domande di volontari espandendo per quanto possibile lo strumento delle prestazioni aggiuntive, ampliando la platea di medici che ne possano usufruire. Non sembra ci sia un senso logico nel contemporaneo smantellamento dei reparti di area chirurgica che, pur con attività ridotta, in un momento sanitario così complesso, servono per accogliere i pazienti, compresi i positivi al SarS CoV-2, che si rivolgono agli altri ospedali dell’Area Metropolitana di Cagliari, attualmente in difficoltà. Ricordiamo che non si muore di solo Covid, che le patologie chirurgiche sono spesso tempo dipendenti e crediamo che un utilizzo più razionale delle risorse possa migliorare l’assistenza per tutti i pazienti, compresi i pazienti COVID.

 


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