Poche righe che esprimono tutta la gratitudine per essere tornata a casa, sana e salva. Cecilia Sala, arrivata ieri sera a casa sua a Roma, affida ai social le sue emozioni: “Ho la fotografia più bella della mia vita, il cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo.” – scrive su Instagram la giornalista 29enne. “Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie”. Cecilia era stata arrestata lo scorso 19 dicembre e rinchiusa nel carcere di Evin. Ieri mattina la notizia della sua liberazione. La giornalista è stata già ascoltata dai Ros nel tardo pomeriggio di ieri e ha raccontato nel podcast di Mario Calabresi pubblicato oggi dal titolo I miei giorni a Evin, tra interrogatori e isolamento’ queste settimane di prigionia. “Sono confusa e felicissima, mi devo riabituare, devo riposare, questa notte non ho dormito per l’eccitazione e per la gioia. Quella precedente per l’angoscia”, racconta Cecilia. “Sto bene, sono molto contenta”. E continua: In carcere ad Evin “sono riuscita a ridere due volte: la prima volta che ho visto il cielo e poi quando c’era un uccellino che faceva un verso buffo”, aggiunge. “Il silenzio è il nemico in quel contesto e in quelle due occasioni ho riso e mi sono sentita bene. Mi sono concentrata su quell’attimo di gioia, ho pianto di gioia”. Spiega anche il legame con l’Iran: “È il Paese nel quale più volevo tornare, dove ci sono le persone a cui più mi sono affezionata. Si cerca di avere uno scudo dalla sofferenza degli altri che accumuli e qualche volta volta delle fonti che incontri per lavoro diventano amici, persone che vuoi sapere come stanno e l’Iran è uno di questi posti”. Il lieto fine della vicenda della giovane reporter è soprattutto da attribuire al lavoro eccellente e sotto traccia per settimane degli agenti dell’Aise, che sono riusciti a trovare un accordo con gli iraniani.