Castello, la ciambella venuta male mentre il quartiere resta in coma

L’opinione di Gianfranco Carboni: il Comune va avanti con due opere contestate dai cittadini che cambieranno per sempre il volto di Castello, con il consenso di politici che sinora invece protestavano anche per spostare alberi di un centimetro


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Idee e progetti. La Rocca di Castello come una ciambella venuta male: piena all’esterno e svuotata all’interno. Tra non molto intorno alle Mura Medioevali si concludono due progetti: uno, in fase di aggiudicazione, relativo al Parcheggio in Via Cammino Nuovo; l’altro, quasi concluso, prevede la realizzazione dell’impianto sportivo sul tetto del multipiano di via Regina Elena (una battaglia decennale della quale si potrebbe scrivere un’enciclopedia). E’ una contraddizione in termini affermare che rione Castello è una ciambella venuta male?

Non ci pare, a breve i campi sportivi ed il parcheggio saranno una realtà, eppure il recupero del rione è in alto mare anzi proprio non esiste. Decisioni, implicite e proprie delle prerogative degli eletti e soprattutto del mandato dei vincitori delle ultime due elezioni, che hanno il diritto/dovere di amministrare. Con l’assenso della mia parte politica (forse qualcuno avrà da obbiettare), che definisce ed approva opere per anni contestate. Stupisce che questi progetti abbiano il consenso di “politici”, che sino a poco tempo fa non hanno permesso neppure di spostare un albero di un centimetro. Mi riferisco alla Piazza Garibaldi che col tempo è stata ridotta ad una discarica a cielo aperto ed oggi è stravolta, rispetto all’assetto originale cioè una piazza semplice e leggera a fronte dell’imponente edificio della Scuola Riva.

E’ questo indigna maggiormente, indigna per la mancanza di coerenza, indigna che “i cittadini elettori informati e de sinistra” prima esprimano il consenso (il voto) poi dichiarino perplessità: “Non immaginavamo che avrebbero approvato questi interventi è indecente rovinare lo skyline di Castello”. Spero non sia la solita ipocrisia ma pura ingenuità. Mah! Conoscendo gli atti, gli eventi, la loro sequenza, sono certo che non fosse questo che si ci auspicava cinque anni fa e credo anche solo due mesi or sono. Salutando alzo le mani e la bandiera bianca, così è se vi pare, seppur arrenegandomene. Gianfranco Carboni


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