C’è un fisico in ognuno di noi, pronto a farsi domande che vanno oltre l’orizzonte del quotidiano e che ci proiettano nel cuore dell’universo. Chi non si è mai chiesto, pur non essendo un fisico-scienziato, se l’universo funzioni per causa-effetto o se invece tutto accada per caso? O ancora, quante volte ci siamo chiesti se il caso sia in realtà solo un’illusione? E quante volte ci siamo arresi al destino, convinti che non ci sia null’altro da fare? Riflessioni quotidiane ma anche filosofiche e che non sono lontane dalla ricerca scientifica: fisici e filosofi si sono confrontati, per secoli, con il misterioso rapporto tra causa e caso, libero arbitrio e determinismo. Le risposte, a dire il vero, sono tutt’altro che univoche: alcune scuole di pensiero predicano un ordine causale universale, altre affermano il primato del caso e abbracciano quindi una visione indeterministica.
Ad affrontare ora queste antiche questioni è un ex-politico di lungo corso, che ha unito alla sua carriera pubblica una passione travolgente per la filosofia, la fisica e la matematica, come potete leggere qui https://www.cambridge.org/engage/coe/article-details/670956bf51558a15efcb8e24
Dall’ottobre 2023 ad oggi quattro suoi lavori di fisica, pieni di equazioni, e uno di filosofia della scienza sono stati pubblicati sul sito dell’Università di Cambridge e quello di filosofia anche dall’Università di Pittsburgh, che ospita il più importante centro di filosofia della scienza degli Stati Uniti. Lui, Pier Sandro Scano, ci tiene a precisare che i suoi scritti sono per ora preprints, ossia lavori non ancora sottoposti alla revisione scientifica formale. Ma la sua prudenza non nasconde un fatto: la sua ricerca inizia a far parlare di sé. D’altronde, il suo approccio non può che affascinare, soprattutto perché affronta una delle questioni più dibattute nella fisica moderna: la discussione e le divergenze tra fisica classica e fisica quantistica.
Secondo la tradizione classica – rappresentata da Einstein e dalla gran parte dei fisici e dei filosofi prima di lui– la natura funziona seguendo leggi rigorose di causa-effetto, dove ogni evento è determinato dai precedenti. Ma la fisica quantistica, la “rivoluzione” che ha cambiato il volto della scienza nel XX secolo, ha rovesciato questa visione, affermando che il mondo atomico e sub-atomico è governato dalla probabilità e dal caso e che il principio di causalità è morto e sepolto . Ed è proprio su questa divergenza che si concentra Scano.
“Mi ha sempre incuriosito questa differenza di fondo, non l’unica, tra i due pilastri della fisica attuale”, spiega. Per provare a far luce su questa contrapposizione, ha scelto di analizzare 11 esperimenti quantistici fondamentali, tra quelli portati dai fisici quantistici per dimostrare che la natura segue non le leggi della causalità, ma quelle della probabilità e del caso. “Ciò che emerge chiaramente dall’esame degli esperimenti è che nessuno dei due modelli, né quello causale né quello casuale, riesce da solo a spiegare i fenomeni osservati. Entrambi sono necessari. La causalità e il caso si intrecciano, coesistono e si completano”.
Ma allora, qual è la risposta giusta? Scano non glissa: “La questione è complessa e non va affrontata con superficialità. Nel mondo macroscopico, quello nel quale viviamo, il principio di causalità regna sovrano. Ma nel regno micro-fisico delle particelle atomiche e subatomiche, il caso sembra avere un ruolo fondamentale. Entrambi i punti di vista sono fondati, ma ritengo che sbaglino entrambi quando vengono applicati in modo universale, estendendo il loro dominio a tutta la realtà. In questo modo, si finisce col fare due opposte generalizzazioni arbitrarie, perché non dimostrate. Questo, almeno, allo stato attuale delle ricerche”.
La ricerca, quindi, non si ferma qui. Anzi, questo è solo un primo passo. “I problemi lasciati da parte, perché considerati difficili o irrisolvibili sono quelli più intriganti. La scienza non deve limitarsi a ciò che è già stato compreso”.
Il prossimo passo? “Stiamo cercando di formare un gruppo interdisciplinare per uno sviluppo teorico, ma soprattutto sperimentale. La questione è troppo complessa per essere affrontata da una sola disciplina”, chiarisce. “L’obiettivo è immaginare ed eseguire esperimenti, che consentano di testare aspetti importanti delle teorie teorie della causalità e del caso. Oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, possiamo progettare esperimenti che Einstein e Bohr non avrebbero mai potuto immaginare. I generatori di numeri casuali, i supercomputer applicati alla legge dei grandi numeri, i progressi formidabili dei fisici sperimentali offrono nuove possibilità per indagare fenomeni che fino a pochi anni fa erano irraggiungibili”.
E per quanto riguarda la politica e la scienza, se più difficile l’una o l’altra, Scano – dirigente del Pci, ex consigliere ed ex assessore regionale, ex presidente Anci e a lungo sindaco di Villamar – non ha dubbi: “Se per politica si intende fare carriera, allora è facile: basta ubbidire ai capi. Se invece parliamo di saper governare, allora sì, è davvero un’arte, la più difficile e nobile di tutte. La scienza è assai difficile, ma mi sento molto più felice”. Giustamente, a vedere i risultati raggiunti finora: ” Vedo che vengo letto. Ricevo mail da molte parti, dall’Europa, ma anche dagli Stati Uniti, dall’India, dalla Cina, dal Sud America, e alcune dall’Africa e dall’Australia. La comunità dei fisici è severa e rigorosa, ed è giusto così. Per essere accolto, un lavoro innovativo richiede o la dimostrazione logica o la verifica sperimentale.
Dunque la ricerca sulla causalità e sul caso è lontana da una conclusione definitiva. Ma “si deve provare a capirne di più” con nuovi strumenti, nuove prospettive e un approccio interdisciplinare. Chissà che il cammino scientifico non ci riservi qualche inaspettata sorpresa.