Cani e gatti uccisi e mangiati, “a Quartu era tradizione durante la guerra: sì al carcere per gli assassini degli animali”


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Quartu città dove si mangiano cani e gatti? “Sì, ma durante la Seconda guerra mondiale. Da noi c’è stata una lunga tradizione, dovuta alla grande fame che c’era in quel periodo. Mangiavamo di tutto, pure i gatti selvatici, questo perché non c’era la possibilità di sfollare in altri paesi dell’interno”. Un racconto sul filo della memoria, quello fatto dal sindaco Stefano Delunas, che interviene a proposito della proposta fatta dalla forzista Michela Vittoria Brambilla. Ovvero, una legge che preveda “la reclusione sino ad un anno e multe sino a cinquantamila euro per chi mangia cani o gatti”. Già realtà in alcuni paesi europei e pure in America, il “pugno di ferro” potrebbe presto essere realtà anche in Italia. E, ovviamente, anche in Sardegna. “Abbiamo pure venduto carne di cane e gatto ai cagliaritani, all’epoca, per sfamarli”, osserva il primo cittadino di Quartu.

E oggi? “Oggi nessuno mangia più cani o gatti, quelle che girano sono tutte dicerie. Certo, se dovesse capitare sono a favore della pena massima, si tratterebbe di un assassino di animali. Non solo per chi dovesse ucciderli e mangiarli, però”, puntualizza Delunas, “ma anche per chi gestisce dei canili abusivi nei quali capita che cani e gatti vengano poi venduti per chissà quale brutto motivo, senza dimenticare chi dà loro da mangiare cibo avvelenato. Prendersela con gli animali, indifesi, è di una crudeltà assurda”.