Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Cagliari, tentato omicidio per il controllo delle elemosine a Bonaria: arrestato un nigeriano
L’aggressore, senza fissa dimora, trovato nella casa della sua convivente a Selargius. Ad incastrarlo le telecamere di sicurezza di chiesa e polizia: la vittima, un connazionale, sarebbe stato aggredito e ferito perchè chiedeva l’elemosina nel “territorio controllato” dal nigeriano. GUARDATE il VIDEO
Ha un nome l’uomo che, due sabati fa, ha aggredito con dei cocci di bottiglia, perforandogli un polmone e costringendolo ad oltre un mese di cure, uno straniero fuori dalla basilica di Bonaria a Cagliari. Si tratta di Francies Agbonlahor, nato in Nigeria nel 1982, attualmente senza fissa dimora e con una richiesta di asilo politico in attesa di ricorso. Gli agenti della squadra mobile, agli ordini del dirigente Roberto Pititto, sono arrivati a lui grazie ad alcune testimonianze e, soprattutto, grazie alla sicurezza con la quale la vittima, un altro nigeriano di 31 anni, ha riconosciuto il suo aggressore in foto. Una mano d’aiuto è anche arrivata dalle telecamere di sicurezza dei religiosi e della polizia, installate fuori dalla chiesa. Già in passato Agbonlahor si era reso protagonista di un’altra aggressione, sempre fuori dalla basilica e sempre nei confronti di un connazionale. Ecco perchè l’unica ipotesi in campo, legata all’aggressione di sabato 19 ottobre, poggia sul “controllo del sagrato” della basilica da parte di chi chiede l’elemosina. Il 38enne potrebbe aver aggredito il suo connazionale perchè infastidito dal fatto che anche lui stesse ricevendo qualche spicciolo dai fedeli. L’arresto del nigeriano – per il reato di tentato omicidio – non è stato semplice: quando gli agenti sono entrati nell’abitazione di proprietà di una donna sarda, con la quale il trentottenne aveva una relazione, ha cercato di sfuggire alla cattura ferendo più di un poliziotto.
Alla fine, l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Uta: “Pensiamo che le due aggressioni compiute dal nigeriano nell’ultimo periodo siano legate al controllo della ‘piazza’ esterna alla basilica per chi chiede la carità”, spiega il dirigente della squadra mobile di Cagliari Roberto Pititto, “dobbiamo svolgere ulteriori indagini per appurare la causa reale che ha portato Agbonlahor ad aggredire con così tanta violenza il suo connazionale”.