Cagliari, rivoluzione rifiuti: pagheremo solo quel che buttiamo

Via al nuovo bando della raccolta differenziata a Cagliari, con importanti novità. Dalle isole ecologiche alle frequenze di raccolta, ecco cosa cambierà


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Revisionato e migliorato, torna in pubblicazione il bando per la gestione dei servizi integrati di igiene urbana per la città di Cagliari. Prende così una svolta la vicenda che aveva portato alla mancata aggiudicazione del precedente appalto. Preso atto dell’impossibilità di far partire il nuovo sistema di raccolta differenziata, l’amministrazione comunale ha voluto cogliere l’occasione per aggiornare il progetto tecnico che nasceva da uno studio commissionato nel 2008. Da allora, infatti, le esigenze e il tessuto urbano della città sono notevolmente cambiate. Dunque il nuovo bando accoglie e riorganizza elementi che non potevano essere inclusi nella versione che ha mancato il traguardo: basti pensare alle radicali modifiche avvenute sul litorale del Poetto per farsi un’idea della necessità di una messa a punto.

 Al rinnovo del progetto ha lavorato, per tutta l’estate, un team riunito dal Servizio Igiene del Suolo. Con diversi ruoli e diversi contributi, una ventina di persone hanno rimodellato i dati tecnici e le modalità di procedura che dovranno definire la prossima era della gestione dei rifiuti urbani, della pulizia nelle strade e degli altri interventi (come gli sfalci nei terreni incolti o la grigliatura negli arenili) inclusi nell’appalto.  

Il riordino progettuale interessa le frequenze di raccolta (con attenzione soprattutto alle utenze non domestiche) e la dotazione dei contenitori dedicati alle diverse frazioni, rivisita i circuiti di spazzamento manuale e meccanizzato, riconsidera tempi e modi del lavaggio stradale da eseguire senza vetture in sosta, introduce un più efficace coordinamento con le manutenzioni del verde pubblico.  

La revisione si occupa anche di rispondere ai mutamenti nei quartieri cittadini: la creazione di isole ecologiche interrate, seminterrate o fuori terra diventa un supporto per aree con difficile attuazione del “porta a porta”, insieme al potenziamento dell’attività degli ecocentri che allargano l’orario di apertura al pubblico e non chiudono alla domenica. Più spazio, ovviamente, viene offerto alle risorse informatiche: si va dai transponder, cioè il codice identificativo nei contenitori per le cinque frazioni di rifiuti (carta, plastica, vetro/lattine, umido, secco residuo) alla possibilità di ingresso nelle isole ecologiche solo con carta identificativa dell’utente, da sistemi evoluti di videosorveglianza alla applicazione per smartphone che raccoglie informazioni e avvisi su misura del profilo selezionato. Su queste basi potrà prendere forma, se venisse deliberato, il passaggio alla tariffa puntuale, ovvero un pagamento del servizio calcolato non sulle superfici dei locali posseduti ma sul peso dell’immondizia prodotta. L’effetto da ottenere sarebbe la disincentivazione per il secco residuo e una premialità per chi conferisce alte quantità di frazioni valorizzabili, con sgravi tariffari o altri bonus.  

Da segnalare, ancora, il potenziamento degli interventi in caso di manifestazioni pubbliche, spettacoli di piazza, fiere e mercati, quando si tratta di ripulire rapidamente suoli e strutture che hanno ospitato un flusso eccezionale di persone. Con la stessa logica, si è deciso di ampliare il servizio di pulizia degli arenili nella stagione estiva, estendendolo a spiagge finora escluse. La rimodulazione del progetto da mettere in gara non ha comportato modifiche nel costo complessivo, che anzi ha avuto un lieve ribasso. Nell’arco di sette anni verranno spesi circa 236 milioni di euro.

 

 

 


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