Cagliari, ragazzine nude in rete per una ricarica: alt cyber bullismo

Casteddu Online ha deciso di denunciare quella che è diventata una vera emergenza sociale: adolescenti che sui social network vendono il loro corpo e diventano poi vittima delle molestie, una situazione che sta diventando esplosiva senza controllo


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Cyberbullismo in rete: scatta l’allarme. Il fenomeno è molto diffuso sul web e ormai non lo si può più ignorare. Casteddu Online ha deciso di denunciare e rendere pubblica una situazione che vede protagonisti  gli adolescenti,  diventati in poco tempo e quasi inconsapevolmente, merce di scambio e oggetto del desiderio di persone senza scrupoli in un mondo virtuale ormai terra di nessuno. Le nuove generazioni vivono la loro crescita in modo veloce, sempre alla ricerca di uno spazio importante e inseguono i modelli che la società propone attraverso i media. I rapporti sono virtuali e si rompono i legami con un messaggio su Whatsapp e l’approccio col sesso è sbrigativo e viene utilizzato come merce di scambio per ricariche telefoniche e soldi facili per acquistare beni di lusso simbolo di potere e di appartenenza al branco. L’obiettivo del cyberbullismo è quello di denigrare il compagno, l’amica, il più fragile fino ad emarginarli e renderli inoffensivi con le molestie, il ricatto e i soprusi che spesso portano le vittime ad uno stato di depressione tale che può trasformarsi in tragedia.

Le cronache riportano episodi in cui le discriminazioni di tipo sessuale, la vergogna e le umiliazioni hanno determinato il suicidio di chi ha dovuto subire per tanto tempo. A Cagliari il cyber bullismo ha raggiunto una dimensione tale da essere considerato un vero e proprio fenomeno sociale. Il nostro giornale ha deciso di affrontare il tema e di approfondire l’argomento. Tra gli adolescenti si ripetono con troppa  frequenza episodi in cui  prevalgono atti di bullismo e sopraffazione verso i più deboli e a denunciarlo sono proprio loro. A prevalere su tutto sono le molestie sessuali e l’esibizione dei propri corpi ancora acerbi in pose ammiccanti per situazioni create ad arte per poi essere diffuse in rete e diventare oggetto di discussione nei vari blog , con profili  anonimi nei social che nascono con l’obiettivo di incentivare le offese e gli insulti senza paletti. Ricatti e frasi pesanti postate sulle bacheche, proposte oscene e  false promesse d’amore barattate con l’esibizione del proprio corpo impegnato in  atti sessuali utili solo per una ricarica telefonica e manie di protagonismo che sfociano in azioni eclatanti puntualmente riprese con i telefonini e diffuse in rete senza remore. Ormai non ci sono più regole e il vero divertimento è quello di individuare la vittima, provocare la discussione del branco con frasi scurrili e senza senso con  attacchi alla persona per distruggerla in pochi minuti.

Tutti si sentono autorizzati ad insultare, offendere e sparare sentenze con post sulle piattaforme di comunicazione specializzate e nei social ormai diventati terra di nessuno. Profili falsi e anonimi autorizzano gli internauti a non  rispettare neppure i morti. Si ripete sul web quanto di peggio produce il mondo reale e la tv spazzatura esasperandone i toni e le modalità. Ma come si è potuti arrivare a questa situazione? Chi sono i colpevoli? La società è chiamata a rispondere di un fenomeno che vede la scuola , le famiglie e le istituzioni impreparate ad affrontare le conseguenze dell’uso improprio della rete ed in particolare dei social. La conoscenza e l’uso cosciente degli strumenti informatici potrebbe aiutare ad arginare il fenomeno ma spesso la solitudine e la mancanza di dialogo tra genitori e figli, il non sapere più dire no alle loro richieste, fino a comprarne gli affetti e il consenso con regali costosi e tecnologia alla moda. Per spiegare un termine volgare e soddisfare la curiosità del fratellino di cinque anni, una dodicenne ha visto bene di collegarsi in rete e mostrare al bimbo le scene che replicavano il significato del termine in modo esplicito attraverso i video pornografici con la stessa naturalezza di un cartone di Peppa pig. Il mondo corre veloce  e la tecnologia ha cambiato le abitudini degli adolescenti e l’approccio con la realtà. Ma sappiamo chi sono i nostri figli? Conosciamo i loro problemi, le ambizioni e le loro aspettative? Chi è vittima di soprusi e di violenze rischia di essere marchiato per tutta la vita e si porterà dietro i traumi di un’infanzia violata.  Forse siamo ancora in tempo per intervenire ma come se ne esce? Il dibattito è aperto e questa triste giornata ci ha dimostrato che non c’è più tempo da perdere.


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