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Sono sessantotto i nuovi stalli a pagamento spalmati in via Scano a Cagliari. Le colonnine dei ticket, presto, entreranno in funzione. Questione di giorni, massimo qualche settimana. E quella che presto sarà levata dall’inizio della scalinata che porta alla storica chiesa di Monte Urpinu, verrà riposizionata altrove. Ma bisognerà pur sempre versare un obolo per lasciare la vettura tra l’angolo con via Vidal e la zona della clinica privata. E, se è vero come è vero che i negozi, lì, si possono contare sulle dita di due mani, i tanti stalli a spina di pesce sono sempre stati il “porto sicuro” per tanti cagliaritani, indaffarati tra una pratica da dover portare in un ufficio, una visita a un parente in clinica o, ancora, una passeggiata a Monte Urpinu. “È un altro salasso dopo il Covid, non è una spesa alta ma è pur sempre una spesa. Sono contrario a queste nuove strisce blu”, afferma deciso Leonardo Frau, pensionato di 72 anni. “È giusto che chi arriva da altre zone trovi parcheggio senza scervellarsi continuamente per un posto dove stare. Trovarsi impelagati ad affrontare un’ulteriore spesa, oltre a quelle che affronto ogni giorno, è ingiusto. Il Comune dia più possibilità a tutti di trovare un parcheggio, anche per noi pensionati, soffocati da spese e tasse”.
Ancora più arrabbiato, indubbiamente, è Salvatore Dettori, 70enne: “Frequento il tennis club quattro volte alla settimana. Adesso devo venire sin qui in pullman, ma molte persone che arrivavano da altre città stanno decidendo di non venire più qui a giocare per i troppi parcheggi a pagamento. Non tutti possono usare l’autobus. La città di Cagliari è troppo cara, il Comune deve togliere le strisce blu e organizzare meglio i parcheggi. A Zurigo non ci sono parcheggi nelle strade, in tutti i quartieri ci sono i box in affitto per le macchine, anche per chi arriva da fuori. Le strade sono sempre pulite e libere, lì. Qui a Cagliari solo tasse su tasse. Si chiama populismo, questo? Bene, sono populista”.