Cagliari, “puliamo e igienizziamo gli ospedali con paghe da fame: vogliamo un nuovo contratto”

Eccola, ancora una volta, la rabbia degli addetti alle pulizie degli ospedali: “Corriamo rischi e garantiamo la sicurezza anche col Coronavirus: guadagnare 7 euro all’ora è frustrante, non stiamo fermi come chi prende il reddito di cittadinanza”. Ecco le loro storie


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Ci sono anche gli addetti alle pulizie degli ospedali coinvolti nella lunga “polemica” dei contratti Multiservizi. Scaduti da anni, nessun rinnovo: paga fissa a sette euro e spiccioli l’ora. Chi si occupa di sanificare e igienizzare corsie, pavimenti, letti e porte degli ospedali (dove l’attenzione, soprattutto da quando è iniziata la pandemia Covid, è e deve essere massima) protesta contro quelle che vengono definite “paghe da fame”. Insieme a Cgil; Cisl e Uil, hanno manifestato nel piazzale davanti al Brotzu: “Sono lavoratori e lavoratrici senza rinnovo contrattuale da sette anni, svolgono un lavoro essenziale. Chiamati eroi, cavalieri del lavoro, ma dimenticati, come il rinnovo del loro contratto. Sanificano ospedali, reparti Covid, igienizzano uffici pubblici”, spiegano, all’unisono, Nella Milazzo (Cgil), Monica Porcedda (Cisl) e Vincenzo Di Monte (Uil). “Non si sono mai fermati, nemmeno quando tutti noi, e loro con noi, avevamo paura”.

 

E le storie degli addetti alle pulizie negli ospedali sono tutte unite dal “filo rosso” di quel contratto giudicato, ormai, inadeguato. Sara Pisano, 41 anni, fa le pulizie al Brotzu: “Trenta ore alla settimana per sette euro e quindici centesimi all’ora. Ho continuato a lavorare anche durate l’emergenza, sanificando a più riprese i letti e i corridoi, in modo da poter garantire la sicurezza mia, di chi lavora e dei pazienti. Ogni giorno devo fare, tra andata e ritorno, cento chilometri, vivo a Villacidro: non ho nessun rimborso, i costi del viaggio li devo sostenere con la paga misera che prendo. Sono incavolata”, afferma decisa, “io lavoro e prendo meno di chi ha il reddito di cittadinanza, ma non resto ferma come quelle persone, devo anche pagarmi la baby sitter per i miei figli”. Patrizia Trudu, 54 anni, fa le pulizie al San Giovanni di Dio da diciotto anni: “Sono rimasti i reparti di Oculistica, Dermatologia e le varie sale operatorie. So di essere indispensabile, se non pulissi e igienizzasi tutto con la massima attenzione i medici non potrebbero lavorare. Il carico di lavoro è aumentato da quando c’è il Covid, è frustrante non veder valorizzato il proprio lavoro. Io, gli infermieri, i medici, i pazienti, operiamo in ‘simbiosi’: io sono indispensabile per tutti loro. Alla mia età voglio essere totalmente indipendente, il Governo deve darci un aumento e i nostri contratti devono essere migliorati”.


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