Il lavoro? Ce l’hanno, spesso è part time o saltuario ma, sino all’anno scorso, sufficiente per arrivare a fine mese. Negli ultimi dodici mesi, però, non è più possibile. E così anche in un rione di Cagliari da sempre conosciuto per essere abitato da benestanti, San Benedetto, sono aumentate le richieste d’aiuto, certificate dai documenti dell’Isee e dalle stesse bollette di acqua, gas o luce aumentate, che non consentono più di essere autosufficienti: “Sono 15 le famiglie che aiutiamo nel rione, tutte composte da non meno di due persone, in un caso sono cinque sotto lo stesso tetto perchè ci sono padre, madre e tre figli piccoli”, spiega Guido Lai, a capo del centro d’ascolto della chiesa dei salesiani di piazza Giovanni XXIII. Che non sia un Natale come gli altri anche tra la via Dante scintillante per le luminarie e ingolfata dai lavori e le vie limitrofe lo dicono i numeri: “In aumento rispetto all’anno scorso. Prima poteva bastare fare anche lavoretti saltuari, come addetti alle pulizie o badanti di anziani, ora non più”. Ed è proprio quella cifra, “zero”, accanto alla parola disoccupati, che fa rabbrividire: “Aiutiamo 45enni e cinquantenni che, in alcuni casi, hanno anche un bonus, un sussidio economico che varia tra i 350 e i cinquecento euro mensili. Le bollette però li hanno strozzati, e oltre a quelle provvediamo anche a donargli le spese, cioè cibo. E la possibile onda lunga della crisi legata al Covid non c’entra assolutamente nulla: a San Benedetto c’è chi si sveglia per andare a lavorare anche tre o quattro giorni ogni settimana ma sa, contemporaneamente, che dovrà andare a chiedere aiuto in parrocchia.
La Caritas ha dato il mandato di autogestione per ogni parrocchia: i bisognosi del rione vanno schedati, ogni caso va seguito e aggiornato e, se capita che arrivino disperati da altri rioni, li si aiuta subito e, in parallelo, si avvisa subito il parroco di riferimento: “La maggiora parte sono sardi”, prosegue Guido Lai, dati alla mano. “A loro bisogna aggiungere i senza fissa dimora, spesso stranieri. Il vescovo ci aveva finanziato 13 progetti di aiuto, tutti legati al pagamento degli affitti”. Ma oltre al tetto sopra la testa bisogna anche avere la pancia piena e garantire ai figli un corredo scolastico. Le urgenze fioccano, e ormai non c’è più molta differenza tra le periferie e il centro di Cagliari.