Cagliari, i residenti della Marina contro Truzzu: “Basta rumore o mandiamo le carte in Procura”

Diffida legale al primo cittadino da parte degli abitanti disperati a causa della malamovida: “Avremmo fatto a meno di diffidare il Sindaco ma non ci ha lasciato altra scelta: dall’inizio della legislatura più volte abbiamo sollecitato un incontro ma mai abbiamo avuto una risposta, mai un cenno di riscontro”


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Basta rumore la notte alla Marina: il primo cittadino intervenga, o ci rivolgeremo alla magistratura. Tecnicamente quella del comitato Rumore no grazie è una diffida al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, una “diffida ad adempiere agli obblighi imposti dalle norme sanitarie in materia di inquinamento acusticao con ma specifica che in difetto sarà richiesto all’autorità giudiziaria di accertare l’eventuale reato di omissione di atti d’ufficio”. “Il tempo dell’attesa è finito”: a pochi giorni di distanza da quella inviata al presidente della Giunta regionale, una “Diffida ad adempiere” è stata recapitata al Sindaco di Cagliari e agli Assessori comunali della Pianificazione strategica e delle Attività produttive oltre che ai funzionari responsabili degli Assessorati. Il Comitato Rumore no grazie pone le istituzioni di fronte alle loro responsabilità e alle loro gravi inadempienze, dopo dieci anni di lotte e di riconoscimento anche in giudizio delle ragioni dei cittadini feriti, offesi e umiliati nella loro esistenza quotidiana dall’inquinamento acustico notturno in una città che smarrisce identità e valori e diventa sempre più invivibile. Una città da cui la gente che vi abita, se può, scappa. In tanti lo hanno già fatto. La salute è il bene primario da tutelare, sacro diritto di ogni cittadino che non ammette deroghe, violazioni o contemperanze con interessi terzi come sentenziato più volte anche dalla Corte Costituzionale. Un diritto calpestato per anni con scienza e coscienza (sporca) da chi ha amministrato la città negli ultimi dieci anni. Avremmo fatto a meno di diffidare anche il Sindaco Truzzu, ma il Sindaco non ci ha lasciato altra scelta: dall’inizio della legislatura più volte abbiamo sollecitato un incontro ma mai abbiamo avuto una risposta, mai un cenno di riscontro. Atteggiamento del tutto simile a quello del Sindaco, “ecologista inquinatore”, che lo ha preceduto. Nemmeno l’impegno profuso dall’Assessore Sorgia perché l’incontro avvenisse ha procacciato un risultato positivo. La “Diffida ad adempiere”, un articolato documento di 18 cartelle, ripercorre il doloroso camino delle sollecitazione e delle inadempienze del Comune a partire dai rilevamenti fonometrici dell’ARPAS del 2013, imposti dal Prefetto Alessio Giuffrida, che certificarono livelli di rumore talmente rilevanti da costituire rischio per la salute umana e per l’ambiente dai quali discese l’obbligo, sempre disatteso, della “adozione di uno specifico ed apposito piano di risanamento” (p.10 della Relazione tecnica). Passando poi alla Sentenza di condanna del Sindaco Zedda da parte del TAR nel gennaio 2015 per grave inquinamento acustico e violazione del diritto alla salute con specifico richiamo dei magistrati all’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”). Per proseguire infine con i rilevamenti del 2017 disposti dal Comune che certificarono livelli di rumore nel mese di marzo (e quindi in bassa stagione), nei quartieri di Marina e Stampace, decine e centinaia di volte superiori a quelli consentiti. E questi sono solo tre grani di un lungo rosario.

 

La “Diffida ad adempiere” inviata al Sindaco include i seguenti principali adempimenti: l’esercizio tempestivo del potere ordinatorio; l’adozione del Piano di Risanamento Acustico; l’applicazione del Piano di Classificazione Acustica; l’esecuzione della Sentenza del TAR seguendo il percorso indicato dai magistrati: “l’inibitoria parziale o totale” delle attività economiche inquinanti, l’applicazione dell’articolo 2, comma 2 del Regolamento per la concessione del suolo pubblico per l’esercizio dell’attività di ristoro all’aperto (“limitazioni al rilascio delle concessioni … restrizioni su quelle esistenti”). Gli adempimenti sono richiesti al fine di prevenire il deterioramento acustico del territorio comunale, il degrado della salute, della qualità della vita e dell’ambiente, il rischio di malattie gravi e invalidanti a cui sono sottoposti i cittadini. Con l’avvertimento che in caso di mancato adempimento da parte dell’Amministrazione civica sarà presentato un esposto alla competente autorità giudiziaria affinché valuti se ricorrono gli estremi del reato di omissione di atti d’ufficio o di altra fattispecie di reato. Noi speriamo ancora in un costruttivo percorso di tipo politico per la soluzione degli angustiosi problemi ossificati dal tempo. Noi non ci auguriamo un’altra condanna del Comune per inquinamento acustico come avvenne nel 2015 in quanto ben sappiamo che i risvolti di quella condanna hanno innescato altri processi contro il Comune. Noi siamo e saremo sempre dalla parte giusta, quella delle vittime, a partire da quelle più fragili: bambini, malati, anziani, lavoratori turnisti, donne in gravidanza. La lista di residenti malati per inquinamento acustico si allunga sempre più. E’ ora di dire basta! La nostra disponibilità al dialogo e al confronto è totale, valida e certa. Altrettanta disponibilità chiediamo al Sindaco, agli Assessori di competenza ma anche a tutte le forze politiche presenti in Consiglio.




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