Cagliari, l’ultimo taglio dei fratelli Defraia: chiude lo storico salone alla Marina

Un cartello per ringraziare “per l’affetto dimostrato in tanti anni”, serrande abbassate in via Cavour. Il ricordo dei commercianti e dei clienti: “Ciao Maurizio, ciao Roberto, buona pensione: sarete per sempre la memoria storica dei parrucchieri cagliaritani”


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L’ultimo taglio l’hanno fatto prima del lockdown per Coronavirus, “radio quartiere” gracchia che, comunque, avessero deciso di chiudere l’attività già a dicembre. Dopo circa settant’anni Maurizio e Roberto Defraia salutano tutti i loro clienti e lasciano la barberia di via Cavour, alla Marina, tra le più antiche di tutta la città. Lì, tra le sedie di colore giallo e le pareti con toni beige, sono passati migliaia di cagliaritani. Da qualche giorno campeggia un cartello con la scritta “chiuso per cessata attività. Grazie per l’affetto dimostrato in tanti anni”. In via Cavour le due serrande, grigie, sono abbassate. Forbici, mantelline e pennelli da barba sono fermi, e forse sono già stati portati via: la Marina, e tutta Cagliari, salutano due dei “papà” dei parrucchieri, famosissimi e conosciutissimi. “Hanno operato sino a metà marzo, sono stati due vicini d’attività cordiali e sempre gentili”, spiega Claudio Mura, titolare di Antica Hostaria. Paolo Pisano ricorda le tante visite fatte, da cliente, nel salone: “Tanti anni fa avevano le porte simili a quelle di un saloon, poi si erano modernizzati ma senza perdere tutto il fascino dell’antico. Erano entrambi già in pensione, ma ora posso davvero augurargli di potersi riposare dopo tanti anni di lavoro”.

Un ricordo ancora più intenso arriva da Roberto Garau, rappresentante del settore dei parrucchieri di Casartigiani: “Con la loro chiusura muore la memoria storica dei barbieri di tutta Cagliari. Avevano entrambi più di settant’anni”, osserva Garau, nel ritenere che, tra i motivi della chiusura, possa anche esserci quello legato alle nuove regole da seguire: “Gli obblighi come i dispositivi di protezione da utilizzare sono decisamente stringenti, la maggior parte di questi locali svolgeva un’attività che vedeva le persone andarci anche per passarci mezza mattinata. Ora è tutto asettico, si entra e si esce, come degli automi”.

Foto gentilmente concessa da Fabio Salis (Sardegnatavola)


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