È ormai tutto definito. I luoghi, le modalità e le motivazioni. Da lunedì 27 giugno centinaia di autotrasportatori sardi si bloccano: stop alle consegne, si viaggia solo sino ai principali porti sardi e nelle stazioni di servizio, per fare sit in e volantinaggi, per raccontare i loro drammi. Il caro carburante, i prezzi alle stelle dei trasporti in nave e le strade sarde, disastrate. E la speranza dei camionisti è di non ritrovarsi soli. Yuri Carta, di Barrali, è netto: “Il popolo stia al nostro fianco, il prezzo del carburante è un problema che riguarda tutti. Siamo strozzati dai rincari, anche i turisti in arrivo in Sardegna devono essere consapevoli della nostra situazione”, afferma. “Stiamo combattendo per tutti, non lasciateci soli. E, se ci saranno disagi, blocchi o ritardi nelle consegne, tutti dovranno essere comprensivi”.
Alexsander Scano, portavoce degli Autotrasportatori sardi uniti, non nasconde che, se la protesta dovesse durare molti giorni, i rifornimenti potrebbero scarseggiare: “Tra le centinaia di autotrasportatori pronti a fermarsi in Sardegna c’è anche chi si occupa di trasportare i prodotti freschi, ok cibi che poi si trovano sugli scaffali dei supermercati. Speriamo che da Roma facciano qualcosa di concreto, le nostre richieste sono chiare”, sostiene, “prezzo del gasolio basso, non più di 1,60 euro al litro, e deve essere professionale. Ancora, tetto massimo per quanto riguarda il costo di un nostro viaggio in nave e la riparazione delle principali arterie stradali dell’Isola”.