
“Iniziative come questa – ha spiegato l’arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio – ci fanno capire qual é il vero volto di Cagliari, quello della solidarietà reciproca. Una luce che compensa i numerosi fatti di cronaca nera. Il mio augurio é che partecipino in molti, così come é successo per le donazioni destinate ai sardi colpiti dall’alluvione e alla comunità filippina vittima del tifone. É proprio in occasione delle festività che il problema povertà emerge ancora di più, e iniziative come queste possono riuscire a colmarlo”.
Anche quest’anno la manifestazione di solidarietà è stata organizzata grazie al contributo di decine di associazioni di volontariato, e non solo, che sosterranno e aiuteranno i promotori durante le fasi dell’intera iniziativa di solidarietà. In prima fila, come ogni anno, Gennaro Longobardi, lo storico presentatore di “Per la strada”. “Questa manifestazione – ha sottolineato – ormai é diventata il simbolo della solidarietà e ‘l’albero di Natale’ della gente. Non di un individuo, ma del popolo: ognuno porta un dono per arricchire di umanità la scalinata e sfamare gli indifesi. Tutto nasce nel 1996, all’inizio un centinaio di buste per poi arrivare alle migliaia e migliaia dell’anno scorso. Una cosa che mi riempie di gioia perché so cosa vuol dire essere poveri: da piccolo anch’io a Napoli facevo la fila per avere cibo e giocattoli con mio padre che cercava di rendere la cosa divertente, ma io mi rendevo conto di tutto. Per questo il mio messaggio é: aiutiamo i poveri e venite con noi ad allestire la scalinata di Bonaria”.
Le buste non verranno consegnate sulla scalinata, ma portate al Centro diocesano di assistenza di via Po e consegnate dietro presentazione della dichiarazione del reddito posseduto. “L’80 per cento di cibo, vestiti e medicine ci veniva dato dall’Agea, agenzia per l’eccedenza alimentare – ha spiegato Antonello Atzeni, responsabile del Centro – Qualche giorno fa ci é stato comunicato che il 31 dicembre l’Agea cessa l’attività perché l’Europa classifica queste donazioni aiuti di Stato. Una storia incredibile ma vera. E ora noi ci ritroviamo senza questi aiuti: due anni fa ci hanno donato generi per 220 mila euro, e l’anno scorso oltre 150 mila”.