Cagliari, il medico aggredito starà fuori dal lavoro per mesi: ora si rischia la grande fuga dagli ambulatori

Roberto Sollai, 60enne medico di famiglia, è stato aggredito da un paziente, poi arrestato, che si era stancato di aspettare e l’ha mandato in ospedale in gravi condizioni con un timpano perforato. L’ordine dei medici lancia l’allarme: se non si interviene subito, si rischia il deserto dei medici di famiglia. In parlamento un ordine del giorno di Forza Italia.


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Starà fuori dal lavoro per mesi Roberto Sollai, il medico 60enne di Cagliari aggredito ieri da un paziente che, stanco di aspettare, l’ha preso a schiaffi in modo così brutale e violento da averlo costretto a una corsa in ospedale e avergli provocato la perforazione del timpano, con una prognosi di almeno 50 giorni. Sta meglio, ancora incredulo per quanto accaduto e preoccupato che chi in quel momento era presente nel suo studio in via Santa Maria Chiara a Pirri stia bene. E intanto, mentre l’indignazione per quello che è successo riguarda un po’ tutti, si riflette sul rischio, sempre più concreto, che ci sia una fuga dei medici di famiglia dagli ambulatori, già ora insufficienti a garantire un adeguato servizio ai cittadini.

“Una spirale intollerabile in un vivere civile. Esprimo piena solidarietà dall’Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Cagliari al collega aggredito durante la sua attività professionale”, dice, in una nota, il presidente dell’Ordine dei Medici di Cagliari, Emilio Montaldo “Ormai domina la violenza che, ogniqualvolta non si ottenga nell’immediato ciò che si ritiene sia in qualche modo un diritto, sfocia in reazioni che non si possono tollerare in un vivere civile”, osserva. “Nel manifestare piena solidarietà dall’Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Cagliari al collega, rilevo che si tratta di fatto di estrema gravità – sottolinea – È anche inutile insistere sul fatto che un medico, nell’esercizio delle sue funzioni, è pubblico ufficiale. E quindi il reato commesso nei confronti di un pubblico ufficiale assume caratteri di aggravamento nel successivo processo penale. Di recente ci sono stati provvedimenti che hanno inasprito le pene per chi commetta reati nei confronti di un sanitario e sono stati disposti controlli più severi per l’accesso presso le strutture. Tuttavia restano scoperti molti presìdi territoriali e quelli in convenzione come la medicina generale, dove lo studio è gestito dal medico. È anche un dato noto che l’inasprimento delle pene sia relativamente inefficace nel contenere questi episodi”. Secondo Montaldo, “è invece necessario che siano, da un lato, disposte iniziative di comunicazione più diffuse possibile che servano ad avere il giusto atteggiamento nei confronti di chi presta la sua opera per la salute di tutti. Il rischio, reale e presente, è che nessun medico sia ancora disposto a mettere in pericolo la propria incolumità personale per svolgere la sua professione. D’altra parte – conclude – deve essere messa in campo un’iniziativa che, fin dalle scuole primarie, trasmetta la giusta educazione e che porti al riconoscimento e il rispetto verso chi si prende cura della tua salute”.

Oggi, alla Camera, approda un ordine del giorno di Forza Italia per sollevare la questione sicurezza dei medici e sollecitare soluzioni.


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