Tremano i proprietari delle palazzine e ville dal valore di milioni di euro del palazzo a sei piani di via della Pineta nato sulle ceneri del cinema Alfieri, abbattuto per far spazio alle nuove costruzioni. Tremano perché il rischio che quel palazzo debba essere abbattuto è reale e concreto, dopo la decisione del gip Luca Melis di non archiviare l’inchiesta nata dalle segnalazioni dei residenti della zona, rappresentati dagli avvocati Marcello Vignolo, Matteo Pinna e Massimo Massa, ma anzi di rinviare a giudizio costruttori e progettista dei lavori (Giampiero Caria (legale rappresentante della committente “Residenza via della Pineta S.r.l.” e della società “Miramar S.r.l.”), Raffaele Cossu (presidente del consiglio di amministrazione e rappresentante legale della committente società “AIC Attività Industriali e Commerciali S.r.I.”), Stefano Cossu (amministratore delegato della committente società “AIC Attività Industriali e Commerciali S.r.1.”) e Alberto Antinori, progettista e direttore dei lavori).
Gli appartamenti superlusso rischiano di essere rasi al suolo per un motivo semplice, persino banale: non potevano essere costruiti negli spazi destinati al cinema, almeno non in tutti gli spazi che sono poi stati utilizzati. “Le parti oltre i 3,50 metri di altezza interna relative agli ambienti destinati ad hall, atri, sale per congressi, spettacolo, ristoro e intrattenimento, realizzati per motivi funzionali ovvero per esigenze di rappresentanza, di immagine e qualificazione, ovvero per esigenze tecnologiche non costituivano volume urbanistico ma tecnico”: lo scrive il giudice per le indagini preliminari Luca Melis.
Il regolamento edilizio del comune di Cagliari vieta infatti l’incremento delle superfici lorde di pavimenti dei locali adibiti a spettacolo ed intrattenimento, ove ne venga modificata la destinazione d’uso, come nel caso del palazzo nato al posto del cinema Alfieri. Ma, scrive il gip, nonostante l’evidente cambio di destinazione d’uso sostanziale, con passaggio dalla categoria funzionale “direzionale, commerciale e socio-sanitaria” (comprendente i cinema e i teatri come l’ex Alfieri) alla categoria funzionale “residenziale”, né il progetto del 2018 né quello presentato in variante sostanziale nel 2021 prevedrebbero alcun limite all’incremento di superficie lorda del pavimento del nuovo edificio residenziale, incremento inevitabile d’altronde in conseguenza del fatto che, dal cinema preesistente, sarebbe nato un complesso a più piani”.