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Fabrizio Rodin nuovo capogruppo del Pd in consiglio comunale a Cagliari: la nomina è avvenuta ieri sera all’unanimità, in una gioiosa riunione con l’emozione del primo giorno di scuola. Sarà ufficializzata nella prima seduta del Consiglio, ma si può già dire che alla guida del gruppo andrà un politico che è la vera sorpresa degli ultimi 5 anni a Cagliari. Se infatti nel 2011 il giovanissimo avvocato Fabrizio Rodin sembrava una creatura uscita dalla scuderia di Marco Espa, oggi si può dire che quella stella nascente ha fatto davvero tanta strada. E non solo per quei 920 voti conquistati alle elezioni del 5 giugno, un fiume di preferenze in abbinata a Rita Polo che hanno trascinato il centrosinistra alla vittoria al primo turno. Ma soprattutto per l’equilibrio e la saggezza che fanno di Fabrizio Rodin un politico atipico, particolare, che preferisce i fatti alla ribalta. Quasi un’eccezione, nel ring dei social network dove l’acuto lo regala il poco appassionante presunto o mancato saluto del ministro Boschi a Virginia Raggi. Fu il primo a parlare di inclusione sociale a Cagliari, Fabrizio Rodin, di nuovo corso per gli extracomunitari. Ricordo un’intervista complicata ma che fece il boom di letture: era agosto, io ero a Danzica e lui in Cina, su Skype disse la sua sulla vicenda delle ville ai Rom e degli attacchi dell’Unione Sarda che li aveva definiti “zingari” in prima pagina. Fu lì che il centrodestra a Cagliari capì di avere davvero perso. Poi per Rodin 5 anni difficilissimi da presidente della commissione Politiche Sociali, negli anni della grande crisi economica e del raddoppio dei nuovi poveri a Cagliari, lo hanno forgiato.
Mai sopra le righe. Mai al centro di una rissa elettorale. Fabrizio Rodin si è ritagliato la credibilità e il rispetto di tutti, alleati e avversari, per il suo carattere riflessivo e per la sua concretezza. Ma soprattutto il sindaco Massimo Zedda gli deve tantissimo: Rodin è stato tra i pochi a difenderlo quando due anni e mezzo fa il sindaco travolto dalle polemiche sul Lirico era a un passo dall’affondare. Il Pd poteva affossarlo, invece decise di convincerlo a fidarsi dei suoi preziosi consigli. In quel momento delicatissimo, nel quale il centrosinistra rischiava di gettare a mare un risultato storico, furono fondamentali proprio le doti dialettiche e diplomatiche del giovane Rodin. In quei giorni nacque l’intesa granitica tra Zedda e il Pd: addio ad assessori come Susanna Orrù o Gabor Pinna che non passarono certamente alla storia,alcuni finiti mestamente a dialogare tra le birre dei circoli della Marina, via al nuovo corso che ha cambiato marcia alla Giunta sino a portare i cagliaritani ad innamorarsi dei risultati raggiunti, su tutti il nuovo Poetto.
Ora viene il difficile per il neo capogruppo del Pd: restare in Consiglio, oppure cedere alla tentazione di un posto da assessore che in molti vorrebbero assegnargli? Davanti c’è una legislatura non facile da affrontare: il 51,8 per cento dei cagliaritani che hanno scelto Zedda e la sua coalizione hanno enormi aspettative, il Comune non potrà sbagliare una mossa. Sarà poi difficile tenere i rapporti con tutti gli alleati, da Sel al Psd’az, mettendo d’accordo la sinistra radicale con gli ex assessori di Floris. Sarà ancora una volta necessaria l’arguzia di quel giovane politico dal cognome nobile, sui quali in molti non avrebbero scommesso. Uno dei primi a puntare su Matteo Renzi, quando alle primarie di 4 anni fa l’attuale premier era considerato solo un debole outsider.
Invece Rodin, con le sue qualità e il suo ruolo di anti divo, ha costruito fatalmente il nuovo corso dei politici che non devono viaggiare per forza sempre in copertina. Insieme ad altri giovani come Giorgia Melis e Marco Benucci, dovranno dimostrare che il nuovo non è solo quello avanzato dai grillini e dall’antipolitica. Nel momento più bello, quello della grande vittoria a Cagliari. Nel momento più difficile, quello che vede il Pd nazionale fortemente in bilico. Nel mare in burrasca, ci sarà davvero bisogno della flemma del timoniere Fabrizio Rodin, che ora dovrà scaldare i muscoli stando però in prima fila. Per una volta almeno, la saggezza che va al potere.