Un giro d’affari di quattro milioni di euro all’anno e una vita benestante spazzati via dall’acqua. È successo a Salvatore Murgia, 58enne di Cagliari, che nell’alluvione del 2002 ha perso tutto: la ditta è stata cancellata dalle procedure fallimentari e le banche chiedono indietro le migliaia di euro date in prestito al commerciante per la sua attività. Dopo varie richieste d’aiuto oggi un altro gesto eclatante: un cartello esposto nella vetrina del suo negozio di abbigliamento dove chiede di essere denunciato dai clienti perché sprovvisto di Pos, obbligatorio per legge dal 30 giugno per i pagamenti superiori ai 30 euro.
Equitalia gli ha recapitato una cartella da 2 milioni e mezzo di euro, mentre la Guardia di Finanza ha notificato la sua iscrizione nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta. Una situazione insostenibile. “Ormai ho perso le speranze di poter ricominciare – spiega Salvatore Murgia – Questo è uno Stato che se sei in difficoltà non ti aiuta, ma ti schiaccia. E io mi vedo costretto a non rispettare la legge, anzi sono alla ricerca di denunce”. Dell’impero della Gross Moda Srl, catena di abbigliamento di cui era titolare per decenni, non rimane che un piccolo negozio in via Cocco Ortu. Gli altri sei punti vendita, e i magazzini di Pirri, sono stati spazzati dal nubifragio del 9 ottobre 2002: persi oltre 1 milione di euro di merce, e i registri contabili. Da subito le banche chiesero i soldi dati in prestito all’imprenditore cagliaritano, gli assegni protestati, e i fornitori si rifiutarono di fornire la merce. Circostanze che l’hanno ridotto sul lastrico. “Ora sono un evasore per ripicca – aggiunge il commerciante – con il cartello esposto oggi avviso i miei clienti che sto violando la legge perché non accetto pagamenti con bancomat o altre carte di credito, e chiedo loro di denunciarmi”. Nella foto il cartello esposto da oggi nel negozio di via Cocco Ortu.