Cagliari, degrado nella stazione dei treni: il bar chiuso cade a pezzi

Lo storico locale sbarrato da quasi un anno inizia a mostrare le prime crepe: crollata parte del controsoffitto in alluminio. Dieci lavoratori a casa con la disoccupazione quasi agli sgoccioli e la beffa per migliaia di pendolari che non possono rifocillarsi prima o dopo un viaggio.


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La povere c’è ancora, le catene fissate con lucchettoni idem, dentro si scorgono ancora i tabelloni con i prezzi di caffè, paste e birre. Ma basta alzare lo sguardo di pochi centimetri per notare che il bar della stazione dei treni di Cagliari, nella centralissima piazza Matteotti, sta cadendo a pezzi. Parte del controsoffitto, realizzato con lunghi tubi di alluminio dorato, è crollato sopra la parte del bancone nella quale venivano esposte pizzette sfoglia e tramezzini. La finestrella in vetro è aperta e, solo grazie ai controlli costanti delle forze dell’ordine, nessun balordo o malvivente è ancora riuscito ad entrare nel locale. Una tristezza immensa, il capoluogo sardo che non ha, nella sua stazione ferroviaria, un punto ristoro: ai disagi di migliaia di viaggiatori si aggiunge quello dei dieci ex dipendenti, mandati tutti a casa e con la disoccupazione che scadrà in autunno. Novità o sviluppi, all’orizzonte, non ce ne sono. A dicembre dalle Ferrovie dello Stato, proprietaria della struttura, avevano detto che “contiamo di ricevere notizie dagli eredi di Salvatore Melis, per noi è importante continuare la collaborazione”. I Melis citati sono i figli di Salvatore, morto il 19 settembre 2022. Tre giorni dopo la chiusura del bar, tutti a casa con un grosso punto interrogativo per il futuro.
Punto interrogativo che rimane. La Cgil non sarebbe ancora partita con una vertenza legale che dovrebbe avere come fine ultimo il reinserimento lavorativo dei baristi e delle bariste. Nessuna novità nemmeno per l’eredità lasciata da Salvatore Melis, cioè il bar, con onori ma anche oneri: la successione dovrebbe essere realtà entro il prossimo autunno, ma il bar (inteso come bene, mura escluse) potrebbe addirittura finire all’asta. 


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