Cagliari, dalle paste al pesce crudo: un sushi “all you can eat” al posto dello storico bar Aresu

Pesce crudo e riso al posto di cappuccini e paste, sulle macerie della caffetteria di via San Benedetto, chiusa dopo 70 anni, apre l’ennesimo ristorante orientale. Lin Jun: “La clientela è un po’ calata anche per colpa del Covid. Sto già cercando personale, posso assumere anche italiani”


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Era nell’aria, ora è ufficiale: al posto dello storico bar Aresu di Cagliari arriva l’ennesimo ristorante sushi “all you can eat”. L’ultimo cafè, rigorosamente d’asporto viste le regole anti Covid, era stato servito lo scorso 23 maggio: dopo decenni si era spenta la storica insegna della caffetteria. Il gestore, Salvatore Melis, parente degli Aresu, aveva tracciato, in esclusiva per Casteddu Online, un commosso ricordo dei tantissimi anni trascorsi a vendere paste e bibite: ” Sono arrivato qui nel 1961, avevo quindici anni. Poi, ho aperto altri locali, il bar Aresu l’ha preso in gestione mia sorella. Dal 2005 a oggi l’ho gestito io, l’ho rinnovato ma ho lasciato il nome del mio cognato”. Era il 23 maggio. Sette mesi più tardi, galoppano i lavori interni per realizzare il nuovo ristorante. Già al momento della chiusura, i ben informati avevano tracciato il futuro del bar: “Diventerà un ristorante”. Oggi c’è la conferma: nel capoluogo sardo aprirà l’ennesimo sushi “all you can eat”, gestito da Lin Jun, ristoratrice cinese già alla guida di un sushi bar nella stessa via. Doppietta fatta, quindi: top secret il prezzo pagato per acquistare gli spazi, nei cartelli esterni si scopre solo che sono in corso lavori per settantacinquemila euro. 
“Conto di aprirlo entro l’anno. Sarà un ristorante sushi ‘all you can eat’ giapponese”, spiega Lin Jun. Un po’ di preoccupazione per la nuova avventura imprenditoriale c’è: “La clientela è calata, anche da noi, per colpa del Covid”. E, mettendo da parte eventuali diatribe tra fan e detrattori del sushi, tra cuochi e camerieri di sala arriveranno nuovi posti di lavoro: “Ho già messo gli annunci per la ricerca del personale, sono in attesa di risposte”. Nessuna differenza, questa la promessa, tra connazionali e “stranieri”: “Potrò assumere anche italiani, non c’è nessun problema”.


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