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Offrire un’opportunità lavorativa a persone sottoposte a misure detentive e allo stesso tempo aiutare l’amministrazione giudiziaria a snellire il funzionamento dei suoi uffici: è il cuore dell’accordo tra l’Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive per il lavoro) e il Tribunale di Cagliari, siglato alla fine dello scorso anno e integrato nei giorni scorsi con ulteriori risorse. In totale 170 mila euro che l’Aspal ha già cominciato a erogare ai lavoratori, detenuti autorizzati al lavoro esterno, impegnati in particolare in attività di dematerializzazione dei fascicoli processuali. Al momento i destinatari del progetto sono cinque e, di questi, tre sono stranieri.
“È un accordo importante, un esempio concreto dell’attenzione che stiamo dando all’inclusione e al reinserimento sociale e lavorativo dei soggetti più deboli della nostra società”, dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru. “Un buon progetto che replicheremo con altri tribunali della Sardegna”.
“Non vogliamo che nessuno sia lasciato indietro”, aggiunge l’assessora del Lavoro Virginia Mura. “Per questo pensiamo anche a questa fascia particolarmente fragile di soggetti, sapendo che il lavoro rappresenta fonte di dignità e occasione di riscatto”.
Le attività previste dall’accordo, siglato dal direttore generale dell’Agenzia, Massimo Temussi, e dal presidente del Tribunale di Cagliari, Mauro Grandesso Silvestri, sono affidate alla Comunità La Collina, come gestore individuato dal Tribunale di Cagliari.
L’Agenzia si occupa della gestione dei progetti di inserimento personalizzati e provvede a erogare le risorse destinate ai lavoratori che durante le ore in tribunale potranno acquisire importanti competenze in materia digitale, spendibili una volta terminato il periodo detentivo, nel mercato del lavoro.
L’accordo non è l’unico che vede la collaborazione stretta tra l’assessorato regionale del Lavoro e l’Aspal con il ministero della Giustizia: in campo ci sono anche i tirocini destinati a giovani laureati nelle discipline giuridiche ed economiche per la verifica e ottimizzazione dei processi lavorativi degli uffici giudiziari e altre collaborazioni, come quella con il Centro di Giustizia minorile, che hanno riguardato l’inclusione socio-lavorativa, rivolgendosi a soggetti particolarmente fragili come i giovani detenuti.