Trovare una colf o una badante? A volte è un’impresa, anche a Cagliari. C’è chi, davanti alla prospettiva di lavorare 8 o 12 ore al giorno, o anche 24 ore su 24 con un giorno libero alla settimana e contratto assicurato, preferisce declinare l’offerta e restare con il reddito di cittadinanza. Incassando magari anche meno, ma senza rimboccarsi le maniche. Succede, e lo sa benissimo anche Simone Onnis, responsabile regionale del corso gratuito di formazione per colf e badanti organizzato dalla Fisascat Cisl: “Da noi abbiamo venti donne, tante sono sarde ma ci sono anche ucraine, laureate, che formiamo o specializziamo. Prendersi cura di un anziano o di un bambino non è roba per tutti, non ci si può improvvisare”. Dosare le medicine, fare un’iniezione o aiutare a lavarsi chi ha delle patologie non può essere un lavoro da svolgere senza avere le basi. E Onnis, indaffarato nel portare avanti un corso, totalmente gratuito, col quale insegna un mestiere che ha una fortissima richiesta, lo dice chiaramente: “Sì, tante preferiscono non lavorare per tenersi il reddito di cittadinanza. Per fortuna c’è anche una parte, sana, che preferisce impegnarsi, apprendere e lavorare”, ricorda.
“Il bonus dato dal Governo ha troppe storture e ormai il suo abuso rappresenta una piaga, non si può assolutamente pensare di starsene per sempre sul divano e non lavorare”. O, ancora peggio, chiedere di essere pagate in nero per avere sia l’introito come badante o colf sia il reddito di cittadinanza. Un albero della cuccagna che va estirpato, secondo Simone Onnis, agendo su più fronti: “Il Governo deve fare maggiori controlli, è essenziale. Poi, bisogna creare una cultura del lavoro, fare capire alle persone che non si può vivere senza fare niente e avere dei sussidi. Il reddito di cittadinanza, in teoria, era stato pensato per aiutare chi si trova in un momento, straordinario, di difficoltà, non certo una misura sulla quale fare affidamento per tutta la vita”.