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La risposta dei bar è stata ottimale. In tantissimi hanno riaperto. Diverso il caso dei ristoranti: soltanto il 20 %, spiega Confcommercio ha deciso di riaprire. Un dato che ha tre componenti: una psicologica, un’altra temporale e organizzativa e una terza economica.
“C’è stata un’ accelerata nelle ultime settimane”, spiega Emanuele Frongia, Fipe, “ tutti pensavano al primo giugno per la riapertura, e così questa inversione di marcia ha trovato qualcuno impreparato. Ma un’impreparazione che non deriva tanto dalle capacità dell’imprenditore, quanto dalle misure imposte che risultano farraginose e tutte da interpretare. C’è poi”, aggiunge, “la questione dispositivi e del loro costo. Dieci euro per i guanti, ma si trovano solo guanti extralarge, introvabili le altre misure. E poi ci sono i controlli. E ricordo anche che molti operatori sono con ossa rotte, dopo tante promesse mai mantenute e si trovano in difficoltà. Comunque è solo lunedì”, conclude Frongia, “forse in tanti si stanno organizzando per il week end, quando la gente uscirà di più”.