di Marcello Roberto Marchi
A leggere la polemica e gli “autorevoli” commenti di questi giorni, c’è da rimanere perplessi di fronte alla domanda di uno degli interlocutori interessati : ” ma, ricordate come era Cagliari dieci anni fa ?”.
Certo che ce la ricordiamo cosa è stata Cagliari, sotto il profilo culturale, commerciale e turistico, anche oltre dieci anni fa, quanto meno se la ricordano i cittadini che vivevano a Cagliari in quegli anni e sopratutto gli operatori commerciali, turistici e culturali, i titolari delle attività esistenti e il personale dipendente, quando a Cagliari, oltre ad altri Amministratori con mentalità più aperte ed in Sardegna c’erano e operavano l’ESIT ( l’ Ente Sardo Industrie Turistiche), gli EPT ( gli Enti Provinciali del Turismo), l’ISOLA (l’ Istituto Sardo Lavoro Artigiano), le AAST (le Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo) ed una miriade di Agenzie di Viaggi e Turismo sparse in Città e in tutta la Sardegna.
Erano tempi andati, non dieci, ma venti, trenta, quaranta e cinquanta anni fa, quando Cagliari era ” “aperta” tutto l’anno, i negozi al dettaglio e quelli all’ingrosso ( così venivano chiamati) , certamente aperti di giorno, meno la notte, le ore nelle quali ci si poteva rilassare con gli amici o con i propri familiari a degustare le pietanze tipiche cagliaritane in ristorante , nelle trattorie e nelle pizzerie di San Benedetto, della Marina, di Stampace, di Villanova e di Sant’Avendrace. Chi rimaneva a casa poteva, invece, riposare con assoluta tranquillità e studiare con tutta l’attenzione necessaria per andare preparati a scuola.
Vallo a fare oggi …!!! ne sa qualcosa chi ha ancora il coraggio di risiedere e vivere nei quartieri storici della nostra Città, dove nessuna regola è rispettata e fatta rispettare.
Il Sindaco afferma, con assoluta autorevolezza, che non c’è bisogno di specifiche “ordinanze”, per esempio quella dei botti di fine d’anno o del rispetto della quiete pubblica. Tanto ci sono le leggi ed i regolamenti che disciplinano i comportamenti, risponde a chi chiede il suo intervento di ” autorità cittadina”. Se così fosse nel contesto del vivere civile, specie di questi tempi, non ci sarebbe bisogno della Polizia Municipale o delle altre Forze dell’Ordine preposte a garantire il rispetto delle leggi e dei regolamenti.
Ma, torniamo nella retta via, ovvero nelle “strade” dove si dovrebbero e si potrebbero praticare tutte le lecite e legittime attività commerciali, in tutti i giorni e in tutte le ore, per essere considerata una città turistica. Non è così, perchè la “vita” della Città deve potersi svolgere secondo una programmazione concordata e condivisa, anche nella valorizzazione e ello sviluppo del territorio, sotto il profilo urbanistico, paesaggistico, storico, architettonico e edilizio per essere classificata a ragione una vera “meta” turistica.
Non sono certo le sole “Casette” dei mercatini e di improvvisati spettacoli di “strada” che danno il segnale che Cagliari si scopre “Città Turistica” per Natale e Fine Anno, oppure con le Piazze e le strade del Centro storico invase da gazebo e tavolini , sottratte al normale utilizzo “civico” da parte dei residenti e degli ospiti, ai quali non è più possibile trovare nemmeno una panchina libera, ormai tutte inglobate nell’arredo dei vari esercizi che offrono da bere e pasti veloci che poco o niente hanno di sapori nostrani.
I commercianti, quelli che gestiscono tutte le altre attività, dove sono andati a finire ? Io credo che dovrebbero poter contare di più all’interno delle proprie organizzazioni ed incidere sulle scelte politiche dell’Amministrazione comunale per fare veramente di Cagliari una Città turistica.Così, purtroppo non è, questi sono i risultati, non serve lamentarsi.
Le Amministrazioni e gli amministratori passano, la Città rimane. E noi tutti, commercianti e cittadini, dobbiamo dare il meglio delle nostre competenze, professionalità e disponibilità perchè la Città, la nostra Città, Cagliari si apra veramente al futuro. Che non è quello che ci viene proposto oggi.