Balzo in avanti del Coronavirus a Quartu, 21 positivi: “Tre sono in ospedale”

Aumentano i casi di Covid nella terza città della Sardegna. Il sindaco Delunas: “La maggior parte sono giovani”


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“Anche a Quartu i numeri comunicati oggi dall’Ats con riferimento all’emergenza Coronavirus segnano un ulteriore incremento. Ad oggi infatti il numero totale di persone trovate positive domiciliate nella nostra città è pari a 21”, l’annuncio su Facebook. “Non tutti sono residenti nel nostro Comune; 3 di essi sono attualmente ricoverati in ospedale, mentre gli altri 18 sono in isolamento domiciliare e quindi costantemente monitorati, dal punto di vista sanitario, dall’Azienda per la Tutela della Salute.
Nel sottolineare che nonostante l’oggettivo aumento la proporzione resta comunque bassa rispetto al numero totale di abitanti, vorrei anche precisare che in alcuni casi si tratta di cittadini appartenenti allo stesso gruppo familiare. Inoltre, l’altra notizia confortante è che la maggioranza dei casi quartesi sono asintomatici e sono quindi in buone condizioni di salute. Ciò non toglie che, da parte di tutti, l’attenzione deve assolutamente restare alta. Da parte di tutti i cittadini, che devono continuare a indossare la mascherina e a rispettare il distanziamento sociale, ma anche da parte dei titolari delle attività produttive, luoghi di ritrovo dove per ovvie ragioni i rischi di contagio aumentano.
Per contenere e contrastare i rischi sanitari legati all’emergenza è già in essere, da parte della nostra Polizia Locale, in collaborazione con le altre forze dell’ordine, un serrato programma di controlli, anche in orario serale, che interessa sia le persone positive e in quarantena, per il rispetto dell’obbligo di permanenza domiciliare, sia tutti gli altri cittadini, per le verifiche sull’uso della mascherina, sia anche le varie attività commerciali, che sono tenute al rispetto delle linee guida. Chi non rispetta le disposizioni impartite dalle istituzioni è soggetto a sanzione pecuniaria e anche alla sospensione dell’attività. Speriamo ovviamente di doverlo fare meno possibile, ma il rigore è d’obbligo per tutelare adeguatamente la salute pubblica.