Una scia di vandalismi e furti notturni sta seminando paura e frustrazione tra gli abitanti di Su Planu e Selargius. Solo nella notte scorsa, tre auto sono state danneggiate nel quartiere cagliaritano: vetri rotti, carrozzerie graffiate e sportelli forzati. Ma niente è stato rubato. Come spesso accade, non trovando nulla da prendere, i malintenzionati si accaniscono contro i veicoli, lasciandoli distrutti. La situazione sta diventando insostenibile: furti e tentativi di effrazione si moltiplicano e in molti temono che la criminalità locale stia crescendo, forse alimentata da un contesto sociale difficile. “I furti sono all’ordine del giorno – racconta un residente – quando non si prende niente dalla macchina, la si lascia con la carrozzeria distrutta nel tentativo di trovare qualcosa”. Non va meglio a Selargius, dove nella stessa notte è stata colpita un’altra auto. Una giovane segnala il caso sui social: “Non so chi sia purtroppo, ma qualcuno stanotte ha aperto la macchina del mio ragazzo, una Panda azzurra parcheggiata in via Roma, altezza via Dante. Sapete cosa hanno rubato? La batteria. Certo che a Selargius è sempre peggio”. Non si tratta di episodi isolati. La lista è lunga e inquietante: specchietti rotti, monetine sottratte dal portaoggetti, griglie in plastica smontate con la forza, carrozzerie devastate con cacciaviti e altri arnesi. A molti non resta che un’amara rassegnazione e un consiglio tra cittadini: “Armatevi di dashcam”. Tra le ipotesi che circolano con insistenza, una in particolare preoccupa: molti temono che dietro questi raid ci sia un fenomeno ancora più ampio. Secondo quanto si mormora potrebbe esserci un collegamento con un presunto giro di droga sempre più diffuso nell’hinterland cagliaritano. L’ipotesi è che chi fa uso di sostanze stupefacenti, pur di racimolare qualche soldo, si stia dando ai furti su auto per poter comprare la dose. Un vero dramma sociale, che colpisce chi ogni giorno si ritrova costretto a spendere centinaia di euro per riparare i danni subiti. Auto danneggiate non solo significano disagi, ma anche ostacoli concreti per chi le utilizza per lavorare, accompagnare i figli, svolgere le attività quotidiane. In tanti, ormai, vivono con l’ansia di scendere la mattina e trovare il proprio mezzo distrutto. E nel frattempo, il senso di insicurezza cresce.