“Esposta” è un lavoro fatto di corpi, spazi e luci sui binomi della forza/fragilità e coraggio/paura. L’interesse è nello scoprire come queste due qualità siano spesso indissolubilmente legati, coesistenti.
Cosa succede al corpo nel passaggio da una condizione di forza a una condizione di fragilità? In che modo si modificano la qualità muscolare, il peso, la densità e la velocità? Come muta l’attraversare lo spazio, l’entrare nella direzione? Questo stato di esposizione e di svelamento spirituale di che qualità impregna il movimento?
Il progetto coreografico vuole unire l’elaborazione di una danza che dia vita a una poesia fisica a un lavoro di costruzione pittorico e visionario sull’immagine, all’uso della parola e a un lavoro di interazione con le musiche originali di Epsilon Indi. Al di fuori da logiche narrative prendono forma la forza evocativa dell’immagine e la visione.
“Le tre danzatrici parlano tra loro una lingua sconosciuta, vagamente onomatopeica, piena di carica espressiva e gestualità del corpo, che ci ricorda quanto siamo tutti uguali in fondo: si litiga e si gioisce per le stesse cose, semplici e piccole. E ci ricorda anche che giocare è importante, in tutte le sue forme. In un susseguirsi di soli, duetti e trii le tre danzano insieme e da sole senza intaccare la sfera della personalità l’una dell’altra, nonostante la fisicità del contact le renda alla vista una sola entità, un solo corpo che si muove nello spazio. Sequenze di work floor e l’immancabile release sfilano sul palco su musiche, anch’esse, molto diverse tra loro. I contrasti musicali, infatti, sono molto forti, si passa da musiche dai bassi assordanti da rave party, al silenzio universale scandito solo dai respiri e dai bisbiglii sottovoce di incomprensibili parole delle danzatrici, passando per scene che utilizzano solo la voce o scene su musiche rituali. La bellezza delle tre culmina nella scena finale, che riassume e mette a nudo non solo la donna con tutte le sue accezioni, ma, di nuovo, la diversità delle tre donne in scena, che poi sono tutte le donne. Non c’è confessione più spassionata, dolce e sincera del denudarsi in questa maniera. Ancor di più perché dopo si rivestono l’un l’altra ed è commovente come si prendano cura l’una dell’altra nell’infilarsi i vestiti. Amorevolmente, come solo una madre, una sorella, un’amica, una figlia possono fare. Come solo una donna può fare.” (Cit. Audrey Quinto).