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Educazione digitale a scuola per combattere cyberbullismo, disinformazione e dipendenza da internet: la proposta approda sui banchi del consiglio comunale. Niside Muscas: “Questo come altri strumenti possono fortemente contribuire all’educazione alla non violenza e al rispetto sia aiutando i giovani, sia come sostegno alle famiglie purtroppo spesso prive di strumenti e reti per fare fronte alle richieste educative di queste nuove generazioni. L’escalation di violenza o mal costume a cui stiamo assistendo, ci deve preoccupare e interrogare, ma non fine a se stessa, occorre intervenire con risposte concrete. La prima risposta è senz’altro la vicinanza concreta e la cultura”. Parte dai banchi dell’opposizione la richiesta indirizzata a Mario Puddu e alla sua giunta, al fine di adottare un progetto di educazione all’uso responsabile del web.
“Da una recente chiacchierata con un medico, stimato da tutti, che esercita ad Assemini, dottor Osama, studioso, insieme ad altri, anche di progetti educativi sull’ “Uso Responsabile del Web”, ho fatto una riflessione che sottopongo al fine di conoscere l’eventuale intendimento dell’amministrazione su un argomento, a mio avviso, così importante, anche in considerazione dei numerosi e recenti fatti di cronaca e in continuità con la mia mozione sul servizio di psicologia scolastica, presentata il 9 ottobre 23 e ancora indiscussa” spiega Muscas.
“In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla diffusione pervasiva di internet, l’educazione digitale rappresenta una priorità fondamentale per garantire lo sviluppo consapevole e sicuro delle nuove generazioni.
Un progetto educativo sull’ “Uso Responsabile del Web” nelle scuole permetterebbe di fornire agli studenti le competenze necessarie per navigare in rete in modo sicuro, responsabile ed etico. Tale iniziativa, sostenuta da studi internazionali come quelli del dottor Osama Al Jamal, unitamente ad altri pediatri di famiglia e agli psicologi quali dott. Luca Pisano dell’IFOS(Istituto Formazione Sardo), sottolinea l’urgenza di affrontare le sfide digitali con approcci pedagogici efficaci, prevenendo fenomeni come il cyberbullismo, la disinformazione e la dipendenza da internet”.
Gli obiettivi del progetto potrebbero essere: “Promuovere l’educazione digitale. L’obiettivo principale del progetto è rendere gli studenti consapevoli dei rischi e delle opportunità legate all’uso del web. Questo include lezioni sull’alfabetizzazione digitale, sulla privacy, sulla gestione sicura dei dati personali e sull’identificazione delle fake news.
Prevenire i rischi online: basandosi sugli studi del dottor Osama Al Jamal, che hanno evidenziato l’aumento esponenziale dei rischi associati all’uso improprio di internet (cyberbullismo, adescamento online, disturbi psicologici), il progetto potrebbe prevenire tali fenomeni attraverso un’educazione precoce e strutturata.
Sviluppare competenze critiche e comportamenti etici: il programma non solo ingenererebbe agli studenti a evitare i pericoli del web, ma li potrà incoraggiare a sviluppare un comportamento responsabile online, riconoscendo l’importanza di rispettare la dignità altrui e promuovendo un dialogo rispettoso e costruttivo. Collaborazione scuola-famiglia: il progetto prevede incontri periodici con i genitori per fornire loro strumenti utili a monitorare e accompagnare i figli nel loro utilizzo di internet. È fondamentale che anche le famiglie siano parte attiva del processo di educazione digitale.
Formazione per gli insegnanti: gli educatori avranno accesso a corsi di aggiornamento sull’educazione digitale, affinché possano svolgere il loro ruolo di mediatori tra studenti e tecnologia con maggiore consapevolezza e competenza.
Laboratori interattivi e simulazioni pratiche: si potrebbero pensare dei laboratori interattivi in cui verranno simulate situazioni reali di rischio online (come phishing, cyberbullismo e uso eccessivo dei social media). Attraverso la pratica e l’esperienza diretta, gli studenti acquisirebbero competenze pratiche per gestire tali situazioni.
E ancora: monitoraggio e valutazione. “Il progetto, a mio avviso, dovrebbe includere anche una fase di monitoraggio e valutazione dei risultati, in cui saranno raccolti dati sui cambiamenti comportamentali degli studenti, l’efficacia del programma e la riduzione di casi di cyberbullismo e altre problematiche digitali.
Riferimenti agli studi del dottor Osama Al Jamal
Il dottor Osama Al Jamal e i suoi illustri colleghi, attraverso le loro ricerche sui comportamenti giovanili e le dinamiche dell’uso di internet, hanno evidenziato come l’assenza di una solida educazione digitale possa portare a gravi conseguenze psicologiche e sociali. In particolare, gli studi dimostrano che un’esposizione non regolamentata alla rete può generare disturbi di dipendenza, alienazione sociale e difficoltà cognitive nel distinguere realtà e finzione digitale. Queste evidenze rendono ancora più urgente la necessità di un progetto educativo che non solo prevenga i rischi, ma che promuova anche uno sviluppo sano e critico del rapporto tra giovani e tecnologie”.
L’introduzione di un progetto scolastico sull’uso responsabile del web non è solo una necessità educativa, insomma, ma una responsabilità sociale. “Gli studi di esperti come il dottor Osama Al Jamal ci indicano la direzione da seguire: investire nell’educazione e sulla cultura, anche quella digitale per formare cittadini consapevoli, critici e rispettosi, capaci di navigare in un mondo sempre più interconnesso senza cadere nelle trappole dei rischi online. Il successo di tale progetto rappresenterebbe non solo un beneficio per la scuola, ma per l’intera società”.