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“Stavo rientrando a casa dopo esser stato dalla mia fidanzata per festeggiare l’inizio del mio compleanno, il sette luglio. Sono arrivato da via Fiume, ho percorso tutta la rotonda per capire cosa fosse successo e ho visto un corpo, immobile, sull’asfalto, circondato dalle pattuglie della stradale”. Daniele Caruso, 37 anni, attivista politico di Quartu Sant’Elena, è sinora l’unico testimone dell’incidente misterioso avvenuto alle 2:30 circa del sette luglio scorso al Margine Rosso. Antonio Vacca, il guidatore della Smart, è morto dopo una settimana di lotta all’ospedale Brotzu. I parenti non si danno pace e vogliono conoscere l’esatta dinamica dell’incidente e come mai, dal Brotzu, nessuno li abbia contattati informandoli che il proprio caro era stato ricoverato in codice rosso. Per questi due “misteri” è già al lavoro l’avvocato Mauro Sollai: “Ho inoltrato la richiesta ufficiale alla polizia Stradale per ottenere il verbale dell’incidente”. La stessa identica procedura, Sollai, l’ha fatta “per avere dall’ospedale Brotzu la cartella clinica e il foglio di ricovero del quarantenne”. Dunque, per mettere insieme i vari tasselli della vicenda ci sarà da attendere. Ieri, nella chiesa di Settimo San Pietro, in tanti hanno salutato per l’ultima volta quell’ingegnere molto conosciuto e stimato.
Ritornando alla notte “maledetta”, Daniele Caruso afferma anche che “c’erano poche auto attorno alla rotonda, in quel momento. Io sono arrivato tra le 2:45 e le 2:50. C’era buio, ricordo però molto bene che, a parte le auto della polizia, c’erano solo altre due vetture, entrambe ferme. C’erano dei pezzi di automobile sparpagliati su un lungo tratto delle corsie della rotonda”. E poi, il corpo, immobile: “Non posso dire con certezza se fosse Antonio Vacca, ma leggendo l’appello della sorella Lorena su Casteddu Online la data e l’ora dell’incidente sono le stesse, e anche la zona, quella del Margine Rosso. Ecco perchè ho deciso di fornire la mia testimonianza, sperando possa essere utile”.