“Aneurisma all’aorta, angiotac urgente ma a Cagliari posto solo a pagamento: 362 euro”

Il cuore non può metterselo in pace, Giuseppina Lampis, 58enne di Capoterra. Infatti, da anni, combatte contro un aneurisma aortico che, col tempo, sta peggiorando: “Devo fare due Tac, gratis non c’è posto. Pagando, invece, lo trovi entro una settimana. Stavolta non scucirò un centesimo”, promette la donna, “voglio che me la facciano col ticket: e, se sarà necessario, mi farò operare fuori Sardegna e non certo al Brotzu”


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La sua vita è scandita dal lavoro, dagli impegni di casa e da un aneurisma all’aorta e un sospetto aneurisma all’aorta addominale. Non certo un’influenza o una frattura, ma problemi che possono, aggravandosi, anche portare alla morte. E Giuseppina Lampis, nonostante “l’angiotac al torace e all’addome segnata come urgente dal mio medico di famiglia”, dallo scorso sedici maggio si sente ripetere, dai centralinisti del Cup dell’Assl, “che non c’è posto”. Negli ospedali o nei centri convenzionati, per l’esattezza. “Non è che ci sia una data distante, non c’è proprio nessuno spazio. Mi dicono solo di richiamare ogni giorno per vedere se si libera un posto”. Ma il miracolo, che le consentirebbe di avere un quadro esatto della sua attuale situazione clinica, non è ancora avvenuto. E alla paura per le sue aorte dilatate si aggiunge la rabbia nell’aver scoperto che, anche per un esame “segnato con la lettera B, cioè con una priorità, dal medico, fissata in non più di dieci giorni”, basta aprire il portafoglio per essere serviti quasi subito: “In privato bastano 362 euro. Soldi che però non voglio spendere, stavolta non voglio pagare per la mia salute. Sono già stata dal mio cardiologo privato, e ho pagato”, racconta la Lampis.
“In convenzione non ci sono posti per tutto il 2022, a pagamento sì, anche la prossima settimana. Tre anni fa avevo fatto un’altra angiotac al Brotzu e avevo pagato una visita privata 120 da un dottore, sperando che poi mi avrebbe presta tra le sue grazie”, cioè avrebbe continuato a seguirla e a fornirle tutte le informazioni del caso anche su un possibile intervento, “ma così non è stato. Dicono che a 58 anni sei giovane e non puoi essere operata perchè il rischio dell’intervento è elevato. Di sicuro, se alla fine dovessero decidere per l’operazione, andrò a farla fuori dalla Sardegna, non certo qui o al Brotzu”. Ma non potrà mai sapere se dovrà finire o meno sotto i ferri, la donna, senza l’angiotac: “Che non voglio assolutamente pagare, ho deciso che qualcuno dovrà farmela facendomi pagare solo il ticket. Non è davvero pensabile dover spendere sempre per ogni questione legata alla sanità”.


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