Allarme liquami maleodoranti nella centrale a biomassa di Decimoputzu. Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra chiedono chiarimenti con una richiesta di informazioni di tipo ambientale inviata alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti. “La vivibilità quotidiana della zona, in questi frangenti, appare fortemente compromessa”, spiega Stefano Deliperi in una nota.
Già nell’agosto scorso le associazioni ambientaliste avevano inviato una richiesta di revoca delle autorizzazioni per l’impianto di biometizzazione e produzione di energia elettrica che si trova nella zona agricola di Terramaini, nel Comune di Decimoputzu. In proposito, la Provincia di Cagliari – Polizia provinciale aveva comunicato l’avvenuto svolgimento di tre sopralluoghi presso il cantiere, e ha accertato l’avvenuto ripetuto conferimento all’impianto, “tramite autocisterna, dei reflui zootecnici provenienti da un … allevamento di bovini di proprietà della Società Agricola F.lli Medda”, in seguito stoccati “nella Prevasca Liquami dell’impianto”. In sostanza si è trattato di attività di trasformazione di sottoprodotti di origine animale in biogas effettuata senza provvedimento di riconoscimento sanitario, e oggetto di sanzione pecuniaria da 10 a 70 mila euro. Ma anche di attività di trasporto di rifiuti non pericolosi, feci animali, in assenza di formulario di identificazione dei rifiuti, con sanzione pecuniaria da 1.600 a 9.300 euro.
“La conseguenza degli accertamenti svolti dalla Polizia provinciale di Cagliari – scrive Deliperi nella nota – avrebbe dovuto essere la revoca del l’autorizzazione unica, invece, incredibilmente, il Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna aveva convocato per il 24 settembre 2013 una conferenza di servizi per la ‘regolarizzazione dell’Autorizzazione Unica’. Quasi un premio per l’ottima condotta finora tenuta. Se ne ignorano gli esiti”. Ora, ancora una volta, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, insieme al locale Comitato Terrasana, chiedono “la revoca dell’autorizzazione unica e il ripristino della legalità e delle elementari regole per il mantenimento della salute pubblica”. Foto del Gruppo d’Intervento Giuridico.