
E’ un periodo davvero triste per la stampa sarda, In particolare per quella sportiva. Pochi giorni dopo Antonio Capitta ci ha lasciato infatti Piero Caravano, avrebbe compiuto fra pochi giorni 95 anni, Era uno dei rari esempi di campioni dello sport rivelatisi vincenti anche con la penna in mano (o viceversa se preferite). Ufficiale di Marina, fu uno dei primi sommozzatori d’Italia come primo uomo dei “maiali” nella X Flottiglia Mas durante il secondo conflitto mondiale. Nello sport si distinse dapprima nell’atletica, poi divenne probabile olimpico della nazionale di pallanuoto alle Olimpiadi di Londra del 1948 (quelle in cui l’Italia vinse la prima medaglia d’oro nella disciplina, col mitico Cesare Rubini), Piero Caravano fu indiscutibilmente il miglior cestista isolano per oltre un decennio.
In campo giornalistico fondò “l’Isola Sportiva” insieme a Joseph Vargiu e Manlio Ravenna, settimanale stampato su carta rosa tra il 1955 e il 1961. Seguì la storia del Cagliari quasi per intero essendo quasi coetaneo della società nata solo due anni prima di lui. Ovviamente l’ascesa rossoblù dal polveroso campo di via Pola sino allo scudetto conquistato all’Amsicora e anche per molti anni dopo. Uomo tutto d’un pezzo, una volta perse la pazienza con il flemmatico tecnico Manlio Scopigno. Dopo avergli chiesto chi avrebbe potuto sostituire l’indisponibile Boninsegna, si sentì rispondere: “Magari Mattrel” che però era un portiere. Mai l’avesse fatto, Caravano lo prese neanche tanto poeticamente per il bavero, intenzionato ad appenderlo all’attaccapanni. Scopigno sudò letteralmente freddo in quei cinque minuti che furono probabilmente i più lunghi della sua vita. Tutto si ricompose senza conseguenze, e il tecnico non si permise più simili risposte. Caravano fu corrispondente di Tuttosport da Cagliari per ben 55 anni. Si vantava di avere la tessera di collaboratore del giornale firmata nientemeno che dal direttore nonché fondatore della testata, Renato Casalbore, uno dei tre giornalisti (con Renato Tosatti e Luigi Cavallero) periti nella tragedia di Superga col Grande Torino il 4 maggio del 1949 . Fu tra i soci fondatori del comitato regionale dell’Ussi (l’unione della stampa sportiva italiana) nonché del Panathlon. Al figlio Lello, anche lui giornalista, e ai familiari, le sentite condoglianze della redazione di Castedduonline.
Nanni Boi
(foto dal post di Giorgio Cannas)